Qatar media negoziati per rilascio di 10/15 ostaggi israeliani: in cambio chiede pausa umanitaria

Doha sta mediando gli accordi per il rilascio di 10/15 ostaggi: prossima settimana decisiva, chiesto un cessate il fuoco

Prendono sempre più forma i negoziati guidati dal Qatar, paese che ospita gran parte degli esponenti di Hamas, per il rilascio di 10/15 ostaggi ancora fermi nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre. Doha, secondo una fonte informata dei negoziati citata dal Jerusalem Post, avrebbe chiesto in cambio una pausa umanitaria di uno/due giorni, la stessa chiesta dal segretario di stato americano Anthony Blinken in visita in Medio Oriente un paio di giorni fa.

Gli accordi guidati da Doha sono coordinati anche dagli Stati Uniti e dovrebbero basarsi su una pausa umanitaria che consentirebbe ad Hamas di rilasciare il numero degli ostaggi stabilito secondo i negoziati. Una fonte legata alla sicurezza egiziana ha invece riferito che entro la prossima settimana è previsto un cessate il fuoco di 24-48 ore per consentire il rilascio degli ostaggi. L’esercito israeliano dovrebbe quindi fermare i bombardamenti sulla Striscia che intanto stanno proseguendo anche nelle ultime ore.

Secondo un inviato di Al Jazeera da Khan Younis, una delle più grandi città della Striscia, nelle ultime ore i bombardamenti sono continuati anche nei pressi del campo profughi di Al-Shati, uno dei più grandi dell’exclave assieme a quello di Jabalia colpito più volte dalle IDF; mentre un’auto sarebbe stata fatta esplodere, probabilmente a causa dell’uso massiccio dell’artiglieria, nelle vicinanze di una delle poche strutture sanitarie attive della zona, l’ospedale al-Yemen.

Un altro ospedale potrebbe prima o poi chiudere a causa della fine del carburante, il cui afflusso è stato interrotto da Israele dall’inizio della guerra. Secondo la Mezzaluna Rossa Palestinese, organizzazione umanitaria con sede a Gaza, l‘ospedale Al-Quds potrebbe chiudere i battenti tra non molto sebbene abbia al suo interno decine e decine di pazienti che non possono muoversi. Da diversi giorni Israele ne chiede l’evacuazione ma per il momento il personale sanitario non può muoversi.