“Sono finalmente libera e ora il mio unico sogno è cominciare a studiare”, così una giovanissima ragazza indiana ha detto, dopo essersi lasciata alle spalle un matrimonio contratto quando era solo una bambina.
Finalmente è finito un incubo per la giovane, che finalmente è libera: dopo dodici anni è come se fosse finito un incubo durato troppi anni, che l’ha imprigionata in una morsa di violenza ed umiliazioni. Per una giovane ragazza indiana purtroppo è normale una vita del genere, sono ancora tante le ragazze che devono fare i conti con una realtà fatta di soprusi quotidiani e povertà ed è talmente tanta la povertà che accettano i matrimoni combinati in tenerissima età.
Il sostegno di una Ong
Grazie al sostegno di Kriti Barthi, fondatrice della Ong Saarthi Trust, che si batte per l’annullamento dei matrimoni precoci la ragazza è andata fino in fondo ed ha denunciato le violenze subite. Alla fine è stata la stessa Barthi ad accompagnare la ragazza, lo scorso giugno, al tribunale di Jodhpur che le ha concesso il divorzio.
La corte ha messo per iscritto che i matrimoni troppo precoci sono illegali e che fino alla maggiore età il matrimonio non può essere contratto; un grande successo per la giovane Pintuderi, questo il nome della ragazza.
La fragilità delle donne indiane
Non è facile la vita delle donne indiane, sempre relegate a ruoli minori, senza possibilità di potere fare sentire la loro voce. Ufficialmente la società chiusa in caste è stata dichiarata illegale ma in realtà le vecchie abitudini sono dure a morire. Le donne continuano in tutto il Paese a subire violenze sessuali, attacchi con l’acido, uccisioni per accaparrarsi la dote; molte giovani donne vengono costrette a prostituirsi da trafficanti e sfruttatori.
Sono sempre le donne a pagare il prezzo più alto; speriamo che presto anche per noi donne cominci un mondo più giusto, senza violenza.