Rania di Giordania contro l’Isis: “Distorce l’immagine del mondo arabo”

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Rania di Giordania è tornata a parlare in pubblico dopo diverso tempo (a causa della Primavera araba, per scelta tattica si espone di meno) e l’ha fatto al Media Summit di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. Si è scagliata contro l’Isis, che spadroneggia in Iraq e in Siria e sta preoccupando anche il mondo occidentale come e forse più di Al Qaeda. Secondo la moglie di re Abdallah II l’uso che lo Stato Islamico fa dei media, mostrando decapitazioni e torture, “dirotta la nostra storia”, la storia del mondo arabo. “Una minoranza di estremisti senza fede”, ha detto la regina, “è particolarmente efficiente nello sfruttamento i social network per ridefinire la nostra identità, diffondere informazioni infondate e dirottare l’Islam lontano dalle sue radici”. Questa minoranza, “non ci rappresenta”, ha aggiunto.

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Poi ha lanciato un monito a quelli che una parte dell’Occidente chiama “musulmani moderati” o “maggioranza silenziosa dei musulmani”, perché reagisca contro l’Isis, in modo da non passare per complici dell’organizzazione terroristica. “Sebbene Osama Bin Laden sia morto”, ha riflettuto Rania di Giordania, “la sua ideologia è ancora più viva e pericolosa che mai e può creare danni enormi”.

Perciò, per dissociarsi da questa ideologia di morte, la sovrana ha invitato i giovani arabi a postare sulle loro pagine dei social immagini positive dal mondo da cui provengono. Lei per prima l’ha fatto: sulla sua fanpage ufficiale di Facebook si trovano bambine sorridenti che vanno a scuola (e questo certamente non piace all’Isis, perché sono femmine), una maestra che insegna ad un bambino, due uomini e una donna che lavorano insieme al computer, dei ragazzi che fanno lo stesso, un religioso musulmano che dà la mano ad uno cristiano di fronte ad un grande Albero di Natale e  ancora bambini che studiano (la sovrana di Giordania è molto attenta all’infanzia, all’educazione e all’istruzione per strappare le giovani generazioni all’estremismo).  “Dobbiamo creare una nuova storia e trasmetterla a tutti. Perché se non decidiamo quale sia la nostra identità e quale sarà la nostra eredità, gli estremisti lo faranno per noi”, ha detto.