Renzi versus Salvini: scontro fra i due campioni

Si ripeterà il duello televisivo tra John Fitzgerald Kennedy e Richard Nixon del 26 settembre 1960?

Pare che a metà ottobre si svolgerà la sfida Renzi versus Salvini, che già accende l’attenzione della scena politica. In molti sono a domandarsi la ragione di questo scontro, che sarà ospitato dalla trasmissione di Bruno Vespa “Porta a Porta”. Perché proprio ora, considerato che non sono previsti appuntamenti politici o elettorali tali da giustificare il duello tra i due giovani leoni? L’appuntamento per le “regionali” dell’Umbria è importante, ma non così significativo.

Una sfida che parte da lontano

E allora? La sensazione forte è che Matteo Renzi abbia pianificato tutto da tempo, da molto tempo. Portiamo una prova inconfutabile: quando è stato registrato il nome “Italia Viva”? Il 9 agosto, circa due giorni dopo il “suicidio” politico dell’altro Matteo, Salvini. Il “fiorentino”, poi, è il vero artefice di questo nuovo governo giallo-rosso, ha piazzato dentro alcuni dei suoi fedelissimi e ha portato via al Partito Democratico, tra deputati e senatori, un numero considerevole di eletti. Rassicura Conte che non giocherà sporco, non toglierà il sostegno all’esecutivo, ma di fatto lo può condizionare a suo piacimento.

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Solo riacquistare visibilità?

Torniamo alla domanda iniziale: perché questa sfida con Salvini? Alcuni commentatori, a mio avviso in modo superficiale, giustificano la mossa di Renzi con lo scopo di riposizionarsi al centro della scena politica, d’avere nuovamente visibilità. Davvero? Ma Renzi, con un discorsetto nella Sala Stampa durante la crisi – quello del non berrei con i grillini neppure un caffè, ma dobbiamo evitare l’aumento dell’IVA ecc… – si è già tolto dalla giacca la polvere dell’arnese in soffitta.

Nei panni di Matteo Renzi

Leggendo i commenti sui social e non solo (vedi Di Battista, Prodi…), il punto fermo della maggioranza di coloro che seguono le vicende politiche è quello di giudicare Renzi un personaggio politico inaffidabile, con un ego smisurato, che assolutamente si deve tener lontano dalla stanza dei bottoni. Ragioniamo allora diversamente e proviamo a metterci nei panni del “fiorentino”.

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Dentro il Partito Democratico era ormai ai margini, impossibilitato a tornare alla ribalta. Ora è il momento di Nicola Zingaretti e dei suoi, ma qui è doveroso porsi un’altra domanda. Anzi due. Questa alleanza con i grillini durerà per l’intera legislatura? Se si dovesse andare al voto anticipato, quale campione hanno da proporre gli oppositori di Salvini? Nonostante la mossa del Capitano, che per eliminare chi non era ubbidiente al 100 per 100 (il M5S) ha perso la possibilità di realizzare qualcosa del suo programma, è un fatto incontrovertibile che la Lega resta il primo partito in Italia. C’è stato un calo quantificato in un 5 per cento o forse più, ma Salvini ha conservato il posto di leader massimo. E allora si può spiegare la mossa dell’altro Matteo, come quando un giovane leone “Alpha” va a sfidare il leone capo branco.

Sarà un evento politico e televisivo

Se a metà ottobre Renzi mette in serie difficoltà il massimo esponente del Carroccio, magari lo ridicolizza come fece John Fitzgerald Kennedy contro Richard Nixon il 26 settembre 1960, dimostra a tutto il centro sinistra che è ancora lui il campione, quello che può fermare la vittoria del sovranismo, e allora i “distinguo”, le perplessità, le diffidenze svaniranno come nebbia al Sole, perché tra il perdere con eleganza e il vincere con scaltrezza e magari giocando sporco alle prossime politiche – che prima o poi arriveranno, come dice Salvini – la politica sceglie sempre la seconda ipotesi e chiunque comandi in Via di Sant’Andrea delle Fratte dovrà tenerne conto. Al posto del Capitano mi preparerei con molta umiltà e determinazione, tentando di prevedere tutto e avere risposte convincenti su ogni argomento, perché Renzi è dai primi di agosto che pianifica ogni cosa, mette in memoria documenti, situazioni poco chiare all’interno della Lega, salti carpiati all’indietro del leader del Carroccio. Non sarà una passeggiata, non basterà lo sguardo da “trucido” e qualche frase d’effetto alla “Gladiator”. Scorrerà il sangue, perché la partita è decisiva. Per entrambi.

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Massimo Carpegna

Massimo Carpegna
Massimo Carpegnahttp://www.massimocarpegna.com
Docente di Formazione Corale, Composizione Corale e di Musica e Cinema presso il Conservatorio Vecchi Tonelli di Modena e Carpi. Scrittore, collabora con numerose testate con editoriali di cultura, società e politica.