I greci hanno scelto di uscire dalla zona Euro votando No con otre il 60% dei voti al recente referendum. L’austerità imposta dalla Germania ha messo a dura prova la pazienza di un popolo che teme l’ipotesi di un fallimento economico, una crisi che rallenta la crescita mettendo in ginocchio i mercati finanziari locali e internazionali.
Però, tuttavia, l’illusione di voltare pagina è durata pochi giorni, il tempo di creare un terremoto monetario europeo e di mettere una toppa allo strappo mai avvenuto.
L’Europa vuole salvare la Grecia impedendone la sua uscita dall’euro e rompere l’equilibrio creato con atri Paesi appartenenti alla Comunità Europea, magari ristrutturando il proprio debito ormai incontrollabile.
La situazione greca è diventata preoccupante, l’aria è irrespirabile, nulla è cambiato e nulla cambierà, come le banche chiuse dal 27 giugno e riaperte solo stamattina, come una condanna per un reato mai commesso.
Dalle 8 di questa mattina, le 7 in Italia, è possibile prelevare denaro con un tetto massimo di 420 euro a settimana. Rimangono bloccati i bonifici internazionali, mentre si potrà pagare con gli assegni e accedere alle cassette di sicurezza. Tutto questo aspettando il salvataggio da 86 miliardi di euro concessi alla Grecia per scongiurare un default ellenico. Il trattato non prevede che un Paese venga espulso dall’Unione o cacciato dall’Euro.
La domanda nasce spontanea: è questo quello che i greci voglio realmente per rivedere il sole offuscato da molto tempo? Oppure, accettare tacitamente una situazione ormai inevitabile?
La Grecia è un Paese che ha una cultura artistica e letteraria maggiore della Germania e di tante altre nazioni, non può morire per giochi di potere che hanno luogo nel cuore dell’Europa.