Metti che un giorno il Cielo vuole che tu trovi un tesoro. E tu sia un archeologo dilettante. Per passione cerchi e ricerchi sperando ti capiti di trovare qualcosa di sensazionale. Magari ti fai anche accompagnare da un ragazzino che non sa cosa stia cercando, ma ti tiene il gioco. Poi trovi finalmente il tesoro. Sembrava che aspettasse te. Quasi quasi pare una scena da film d’avventura ma in realtà si tratta di una vicenda realmente accaduta.
Un dilettante archeologo insieme a un suo giovane amico stavano ispezionando con il metal detector un campo agricolo sull’isola di Ruegen, Germania del nord.
Ad un tratto il tredicenne ricercatore vede qualcosa che crede poco importante. La segnala all’archeologo che prontamente fa analizzare il materiale ritrovato. Dopo un’accurata indagine l’istituto archeologico del Meclemburgo-Pomerania rivela ai due dilettanti che hanno avuto una gran fortuna.
I due ricercatori avevano trovato un tesoro di mille anni fa. Il giovane Luca Malaschnitschenko e l’amico archeologo dilettante, René Schoen, hanno portato alla luce, dopo averli spolverati dalla sabbia che li nascondeva, 600 monete, molteplici perle, bracciali, anelli e perfino un martello di Thor.
Il presente tesoro era appartenuto al Re Aroldo I Dente Azzurro, colui che unificò per primo il regno di Danimarca. Dalla storia risulta che il tesoro ritrovato appartenesse al periodo in cui il Re Araldo fuggì da una guerra alla volta di Pomerania, precisamente nell’anno 980. Ove successivamente morì. Il suo appellativo, Dente Azzurro, ispirò il nome della tecnologia “Bluetooth”. La passione dei due ricercatori non bastava, necessitava un pizzico di fortuna. E questa volta la Dea Fortuna ha premiato chi realmente avesse bisogno di un suo tocco!