Russia, screzi con l’Armenia: “Esercitazioni con Usa saranno monitorate”

Annunciate nuove esercitazioni tra Armenia e Stati Uniti. Preoccupazione da parte di Mosca: "Queste notizie suscitano preoccupazione"

La visita del Segretario di Stato americano Antony Blinken senza preavviso e che ha confermato altri aiuti militari a Kiev potrebbe avere a che fare anche con le imminenti esercitazioni armeno-americane, annunciate dal ministero della difesa armeno e operative dalla settimana prossima. Proprio nel momento in cui la questione del Nagorno-Karabakh, territorio abitato da armeni ma situato in territorio azero e protagonista di una sanguinosa disputa dalla fine dell’Unione Sovietica tra le due nazioni, sta tornando alla ribalta a causa della condizione in cui riversano i residenti dell’enclave.

Diversi media russi parlano con toni piuttosto tesi della prossima esercitazione che gli Stati Uniti terranno con l’Armenia, malgrado essa sarà di piccola entità e non svolgerà missioni complesse. Tuttavia, essa sta causando le preoccupazioni degli esperti essendo Yerevan, alleato formale di Mosca, uno degli elementi di punta dell’Organizzazione che riunisce sei stati post-sovietici, la CSTO, guidata dalla Russia.

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Il ministero della difesa guidato da Suren Papikyan, riporta Vedomosti, ha annunciato che l’esercitazione, nota come Eagle Partner 2023, si terrà dall’11 al 20 settembre come parte della “preparazione per la partecipazione alle missioni internazionali di mantenimento della pace”. Pertanto, avrà lo scopo di “stabilizzare le relazioni tra le parti del conflitto” e di monitorare la prontezza delle forze armate armene con gli standard della NATO. La risposta di Mosca non si è fatta attendere e tramite il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che “queste notizie suscitano preoccupazione e analizzeremo approfonditamente queste notizie e monitoreremo la situazione“.

Come confermano fonti del Pentagono a Reuters, all’esercitazione potrebbero prendere parte 175 soldati armeni e 85 americani. Non dovrebbero essere usate armi pesanti, soltanto fucili e altre armi da fuoco leggere.

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Le imminenti esercitazioni tra Yerevan e Washington secondo diversi analisti potrebbero avere a che fare con il rapporto incrinato tra Vladimir Putin e il premier armeno Nikol Pashinian il quale ha criticato Mosca di essere neutrale nel conflitto del Nagorno-Karabakh e di non fornirgli sostegno militare adeguato, sebbene nel 2020 fu fondamentale per raggiungere a un cessate il fuoco con la controparte azera.

A gennaio agosto Pashinian decise di non partecipare alle esercitazioni congiunte della CSTO sul proprio territorio criticando il lavoro delle forze di peacekeeping russe nel Caucaso, presenti lì da fine 2020. Lo scorso agosto invece, sempre nel quadro di una esercitazione in Bielorussia, il ministero delle emergenze armene non partecipò in segno di aperta protesta. L’Armenia con tali mosse ha dimostrato di fatto di aver mutato il suo atteggiamento nei confronti con la Russia benché di fatto ne sia dipendente sul piano economico e culturale.

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