Scontri Lega e 5Stelle: Matteo Salvini non esclude la crisi

Gli scontri tra Lega e movimento 5Stelle possono sfociare a breve in crisi di governo

Scontri Lega e movimento 5Stelle: Il vice premier Luigi Di Maio tende improvvisamente la mano a Matteo Salvini dopo giorni di attacchi al calor bianco.

Il movimento 5Stelle ha fatto numerosi strappi che il ministro dell’interno non ha digerito:

  • Presa di distanze sul caso dei presunti fondi russi alla Lega
  • Sostegno al partito Democratico che pretende la presenza di Matteo Salvini in Parlamento per riferire sulla vicenda
  • Strappo clamoroso dei 14 europarlamentari pentastellati che hanno votato Ursula von der Leyen nuovo presidente Ue, in contrasto con la Lega

Scontri Lega e Movimento 5Stelle: Luigi Di Maio s’improvvisa pompiere a un passo dalla crisi

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Ora Di Maio tende la mano al suo alleato-avversario affermando che non dubita della correttezza di Salvini, altrimenti non governerebbe con lui.

Se questo basterà a ricucire un rapporto sempre più logorato è tutto da dimostrare.

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Proprio ieri Salvini ha ipotizzato, per la prima volta, il rischio di una crisi irreversibile.

Scontri Lega e 5Stelle: Le dichiarazioni di Matteo Salvini a Helsinki su Ue e rischio di crisi in Italia

Matteo Salvini ha partecipato ieri alla riunione informale di Helsinki per la giustizia e affari interni dei ministri Ue.

L’Italia è riuscita a far inserire nuove clausole d’intervento nel documento iniziale, riguardo espulsioni, ricollocamenti dei migranti e rispetto delle sovranità nazionali.

La distinzione tra salvataggi in mare e traffico illecito di scafisti, più controlli sulle Ong, si scontrano però con il mantenimento della gestione dei migranti nel primo porto di arrivo.

Su questo punto, Germania, Francia, Paesi scandinavi e quelli orientali del patto di Visegrad fanno orecchio da mercante.

Per una volta, c’è stata la reazione comune di Italia e Malta che non ci stanno a restare con il cerino in mano e chiedono un coinvolgimento di tutti i Paesi Ue.

A margine dei bilaterali con i colleghi croato e sloveno per il controllo della rotta balcanica, Salvini si è tolto parecchi sassolini dalle scarpe di fronte ai giornalisti.

Per la prima volta, infatti, il leader della Lega non ha escluso il rischio di crisi di governo se gli insulti, i distinguo e gli strappi politici del movimento 5 Stelle continueranno.

Gli elementi scatenanti di una possibile crisi nel governo giallo-verde

Salvini non accetta il voto dei 5Stelle in favore di Ursula von der Leyen che rafforza l’asse franco-tedesco, perdendo l’occasione storica di cambiare le regole della vecchia Europa.

Secondo il ministro dell’interno, i pentastellati hanno fatto eleggere la presidente tedesca per il rotto della cuffia (uno scarto di appena otto voti), ostile ai sovranisti e all’Italia.

Per Salvini, la dignità politica viene prima di accordi sottobanco per scambiare l’elezione del presidente di commissione con la nomina di un commissario italiano di peso.

Matteo Salvini dichiara inoltre che i ministri leghisti hanno lavorato bene a differenza di quelli 5Stelle che non hanno brillato.

Le critiche salviniane mettono nel mirino il ministro della difesa Elisabetta Trenta sull’uso dei mezzi militari per i migranti ma anche Alfonso Bonafede, ministro della giustizia.

Secondo i tecnici della Lega, la riforma di Bonafede, allungherebbe i tempi dei processi anziché ridurli.

Nel mirino c’è anche il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli per il blocco della gronda autostradale di Genova e centinaia di cantieri fermi ma già finanziati con 10 miliardi di euro.

Matteo Salvini punta il dito contro gli insulti 5Stelle e li aspetta al varco del cambiamento

Matteo Salvini denuncia che ogni giorno riceve insulti e attacchi dai ministri pentastellati e le discussioni su autonomia regionale e flat tax alimentano il braccio di ferro.

Se i no dei 5Stelle continuano a prevalere sui sì l’esecutivo, per Salvini, non può reggere.

Entro il 13 agosto, va convertito in legge il decreto sicurezza bis ed è un passaggio parlamentare rivelatore per la tenuta della coalizione giallo-verde.

I presunti insabbiamenti sul caso Russia-Lega, gettano ulteriore benzina sul fuoco nel rapporto Lega-5Stelle.

Salvini andrà in Parlamento, ma secondo una formula condivisa e non ha niente da aggiungere alla sua totale estraneità alla vicenda.

Il ministro dell’interno si affida al presidente delle Repubblica come garante ma ritiene che, se il governo cadesse, non vedrebbe alternativa alle elezioni anticipate.

A meno che non si punti su una maggioranza raccogliticcia e precaria per conservare le poltrone di molti parlamentari.

I possibili scenari e i piani di Matteo Salvini in caso di crisi

Secondo Adalberto Signore, giornalista attento alla politica interna, siamo pericolosamente vicini a un punto di non ritorno:

  • Sospetti e risentimenti hanno trasformato la distanza politica tra Salvini e Di Maio in una crisi umana e personale
  • Il premier Giuseppe Conte e Di Maio si rimpallano da giorni il presunto caso dei finanziamenti illeciti dalla Russia alla Lega per inchiodare Salvini all’angolo
  • La reazione del ministro dell’interno è quindi diventata sempre più insofferente
  • Salvini considera l’idea di far saltare il banco su cose concrete come il decreto sicurezza o la legge sulle autonomie
  • La finestra di scioglimento delle camere sarebbe più ampia del previsto, tra i 45 e i 60 giorni, senza escludere il voto a novembre
  • In quel caso, l’Italia potrebbe preparare una legge di bilancio tecnica da presentare all’Europa prima delle elezioni

Il presidente Sergio Mattarella ha l’ultima parola, ma non dovrebbe ostacolare elezioni anticipate, considerando che punta a un governo nella pienezza dei poteri.

Una maggioranza raccogliticcia o un governo tecnico avrebbero una fragilità parlamentare da navigazione a vista e probabile vita breve. Scenari che l’Italia non può permettersi.

Di Maio punta a evitare la crisi ma la toppa può essere peggiore del buco

La mano tesa da Di Maio a Salvini per scongiurare la crisi, causa gli scontri Lega e 5Stelle, rischia di non risolvere i problemi sul tappeto.

Su flat tax, infrastrutture, decreto sicurezza bis e legge sulle autonomie, la Lega vuole che il movimento 5Stelle scopra velocemente le carte.

Se Di Maio puntasse solo a guadagnare tempo, facendo concessioni più di forma che di sostanza, la toppa sarebbe peggiore del buco.

Questa strategia si ritorcerebbe contro i 5Stelle perché Salvini scoprirebbe il bluff e la crisi sarebbe inevitabile.

I rapporti sono sempre più tempestosi in casa giallo-verde e per la tenuta o meno del governo è iniziato il conto alla rovescia.


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