Somalia: autobomba esplode vicino al Parlamento, vittime e feriti

Esplode autobomba, i responsabili un gruppo terroristico che da anni terrorizza il Paese

Una violenta esplosione è avvenuta a Mogadiscio la capitale della Somalia. Un’autobomba carica di esplosivo è saltata in aria vicino al Parlamento, 3 persone sono rimaste uccise mentre 8 quelle ferite. Lo riferisce l’Ansa tramite fonti di agenti di sicurezza e testimoni del luogo. L’attentato sarebbe opera degli Shabbab gruppo terroristico che da anni tiene sotto pressione il governo somalo e le forze di sicurezza.

Attentatore morto in auto

Secondo un primo bilancio fornito dalla polizia, l’attentatore che guidava l’auto è morto nell’esplosione e otto civili sono rimasti feriti. La polizia stava inseguendo l’auto dopo averla individuata a pochi chilometri dall’esplosione, ha detto il funzionario della sicurezza Abdirahman Mohamed.

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Il Funzionario ha spiegato che la polizia ha aperto il fuoco contro l’auto per permettere ai civili di fuggire e salvarsi “Questo ha davvero limitato il numero di vittime che l’esplosione avrebbe potuto causare“.

Senza governo, paese in mano ai terroristi

La capitale Somala negli ultimi anni, ma soprattutto dall’inizio di quest’anno, ha avuto un aumento significativo degli attacchi, a causa della crisi politica che colpisce il paese, e dopo che le opposizioni e alcuni Stati regionali non riconoscono più l’autorità del presidente Abdullahi Mohamed “Farmajo” rimasto in carica per quattro anni. Il suo mandato è scaduto ma nessuno ha ancora trovato un accordo per andare alle urne ed eleggere il nuovo presidente.

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L’Onu è intervenuto sulla vicenda e ha convocato una riunione di sicurezza sulla crisi politica del paese “c’è ancora la possibilità che i leader somali stiano insieme e trovino una soluzione politica che tuteli le istituzioni costruite con tanto duro lavoro” ha aggiunto. “Il dialogo tra le parti è fondamentale per avere un accordo chiaro e condiviso sul percorso da compiere“.

Le opposizioni dunque chiedono alla Comunità internazionale la rimozione di Farmajo e di iniziare nuove elezioni. Il leader del partito “Wadajir” nonché candidato alle presidenziali del 2017, Abdirahman Abdishakur, ha affermato che “il mandato del capo di Stato è finito” e che quindi “chiunque ne giustifichi la permanenza al potere è da considerarsi in parte responsabile dell’instabilità e del collasso del paese”.

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Ambra Leanza
Ambra Leanza
Articolista freelance, appassionata di viaggi, lettura e scrittura