Domenica 18 ottobre la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha incontrato ad Istanbul il Presidente turco Erdogan e il Primo Ministro Davutoglu; il tema principale del meeting è stato la gestione della marea umana di rifugiati che ogni giorno varca i confini turchi diretta in Europa. La Turchia ospita sul suo territorio quasi due milioni di profughi e sta spendendo ingenti somme per garantire a tutti un minimo di accoglienza. Angela Merkel è molto preoccupata perché la maggior parte dei migranti è diretta proprio in Germania, ma è evidente che presto anche nel Paese mitteleuropeo la situazione arriverà al collasso; inoltre stanno crescendo in maniera esponenziale gli scontri tra migranti e cittadini tedeschi contrari all’accoglienza, come testimoniato anche dall’aumento degli aderenti al partito di estrema destra Pegida.
La crisi dei rifugiati e la situazione disastrosa in cui versa la Siria stanno piano piano riavvicinando Germania e Turchia, anche se rimangono ancora molte diffidenze reciproche. Al governo di Berlino non è mai piaciuta la voglia di Ankara di entrare a fare parte dell’Unione Europea, mentre il governo turco ha sempre accusato la Germania di aiutare tramite i suoi servizi segreti il PKK.
Nel summit di domenica ad Istanbul la Germania ha chiesto al governo turco di sorvegliare i confini terrestri e marittimi e di aiutare le autorità europee a respingere i migranti economici che non hanno il diritto di asilo in cambio di tre miliardi di euro e della promessa di eliminare il visto Shengen per i cittadini turchi che intendono viaggiare in territorio comunitario. La Turchia dice di avere già speso per l’accoglienza almeno sette miliardi di euro e chiede l’integrazione totale nell’Unione; inoltre il governo di Ankara vuole poter essere presente a tutte le riunioni delle autorità comunitarie.
Le relazioni tra Unione Europea e Turchia sono sempre state molto delicate e non sarà di certo facile trovare un accordo su temi importanti come i rifugiati, la lotta al terrorismo e l’adesione, visto che le questioni in sospeso sono ancora tante, non ultima quella della divisione dell’isola di Cipro. Adesso più che mai quello che serve è una vera cooperazione che possa andare oltre ai punti critici per fare sì che i problemi più urgenti vengano affrontati senza pregiudizi; solo così potremmo veramente lottare contro il terrorismo e fermare i trafficanti di esseri umani.