Esplosione violenta dello Stromboli
Un’eruzione accompagnata da una violenta esplosione improvvisa del vulcano Stromboli, crea il panico tra i turisti nelle Isole Eolie.
Un’enorme colonna di fumo si è alzata dal cratere mentre la frazione di Ginostra è andata in fiamme a causa delle improvvise piogge di lapilli. Le esplosioni dello Stromboli sono state registrate dall’Istituto di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Catania, e due trabocchi di lava sono scesi attraverso la Sciara del Fuoco, provocando importanti incendi nella zona dei canneti. Sono stati segnalati due turisti che presi dal panico, si sono lanciati in mare.
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— SkylineWebcams (@SkylineWebcams) July 3, 2019
Serie di incendi sull’isola
La sala operativa della Protezione Civile regionale si è subito attivata. Secondo le prime informazioni raccolte attraverso Forestale, Carabinieri e Vigili del fuoco le esplosioni con la caduta di materiale incandescente, hanno provocato una serie di incendi in diverse zona dell’isola.
Un’escursionista é morto nella violente esplosione. I vigili del fuoco hanno mandato sull’isola squadre da Lipari per spegnere i vari incendi di sterpaglie che si sono sviluppati e che non hanno coinvolto abitazioni. Secondo le ultime notizie, la guardia costiera è pronta ad evacuare chi volesse lasciare l’isola anche se, è stato sottolineato, non c’è nessun motivo per farlo.
Terrore a #stromboli: #esplosione sul #vulcano, turisti in fuga FOTO https://t.co/t6Sc40c46h
— Leggo (@leggoit) July 3, 2019
Lo Stromboli e il fenomeno tsunami
ll vulcano Stromboli ha generato nel Medioevo tre potenti tsunami, che hanno raggiunto le coste della Campania. A detta degli esperti,non si può escludere che possa accadere di nuovo.
Lo sottolinea ricerca italiana pubblicata sulla rivista Scientific Reports e coordinata dall’Università di Pisa.
https://youtu.be/Z12fTW7t-S4
La ricerca è stata condotta in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia , l’Università di Modena-Reggio Emilia e Urbino, l’Istituto di studi del Mediterraneo antico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), la City University of New York, l’American Numismatic Society, e l’ Associazione Preistoria Attuale.
A generare gli tsunami in questione, il crollo del fianco nord-occidentale del vulcano. Il principale dei tre eventi era stato quello del 1343, riconducibile alla grave devastazione dei porti di Napoli e Amalfi.
Mauro Rosi e Marco Pistolesi, entrambi dell’Università di Pisa hanno identificato lo Stromboli come la sorgente di questi tsunami.Nella ricerca sono state scavate tre trincee nella zona settentrionale dell’isola, lunghe circa 80 metri e profonde due: sono emersi così tre strati sabbiosi contenenti grossi ciottoli di spiaggia a testimonianza di quanto portato a terra dalle onde di tsunami.
I campioni, le analisi chimiche dei materiali e le datazioni del carbonio 14 hanno permesso di stabilire una relazione tra gli strati e i ritrovamenti archeologici che testimoniano il rapido abbandono dell’isola a seguito degli tsunami.
Tre tsunami di età medievale riconosciuti a Stromboli #ingv #universitàdipisa #stromboli #tsunami #petrarca #mediterraneo https://t.co/5kaWRKyP2l pic.twitter.com/9tAkreHelj
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Secondo i ricercatori questo studio rivela per la prima volta “la capacità del vulcano di produrre eventi di dimensioni assai superiori a quelli fino a oggi noti». Anche la vulcanologa Antonella Bertagnini, è della stessa opinione. Secondo il suo parere infatti, la ricerca porta «alla luce, per la prima volta, la capacità del vulcano di produrre, anche in tempi relativamente recenti, tsunami di scala nettamente superiore e potenzialmente in grado di raggiungere aree costiere anche molto distanti».
di Monica Ellini