Taranto – “Io non blocco la città”, voce a un operaio

Taranto e il Colosso Ilva - Le urla di un cuore disperato non possono essere placate dagli abusi di potere

Esuberi e scioperi…ma la città non si blocca!

Taranto è una città che soffre da troppo tempo – questo il primo pensiero esplicato da un operaio tarantino, il quale ha voluto esprimere il suo messaggio e condividerlo con tutti coloro che stanno affrontando in prima persona (e non solo) l’attuale e complicata vicenda che vede protagonista la provincia ionica e il colosso Ilva –  è una città che piange i suoi figli, i suoi malati, i suoi morti. Io non blocco la città. Taranto merita il rispetto e la dignità che a lei è dovuta, da troppo tempo, da sempre.
Taranto è una città che da 62 anni ormai viene presa costantemente a schiaffi, pugni e calci per l’egoismo prima di pochi, poi di troppi. Io non blocco la città. Io operaio non blocco la città. Le sono al fianco, da sempre, per sempre!
Io non blocco la città ma – prosegue – manifesto, urlo, grido al suo fianco, al fianco dei suoi cittadini, dei suoi bambini, delle sue donne, dei suoi uomini.
Io non blocco la città! Questo sia chiaro a tutti“.

 

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Le urla di un cuore disperato non possono essere placate dagli abusi di potere!

Chiusura sì, ma non della città bensì di quel mostro assassino che ride e deride una intera provincia da troppo tempo – continua affermando con estrema convinzione – Chiedo a voi, capi, Capetti, operai, quadri, dirigenti, sindacalisti dell’ultima ora.

Dove eravate nel 2012, dove eravate in tutte le manifestazioni organizzate dalla e per la città. Dove eravate il 25 febbraio in Giustizia per Taranto, dove eravate quando le donne piangevano i propri morti marciando sotto la pioggia, dove eravate quando i Genitori tarantini PeaceLink Air Monitoring Cittadini e lavoratori liberi e pensanti e tanti altri annunciavano quello che oggi accade? Dove eravate?
Io non blocco la città, e non lo farete neanche voi. Taranto, i tarantini, ripeto meritano rispetto. 

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Ora girano audio in cui si chiede a tutti una mano, si chiede di bloccare una città. Si grida alla “guerra”.
Volete bloccare? Volete fare la ” guerra”? Bene… Fatela ma non in città!
Bloccate le portineria, bloccate la direzione, bloccate la produzione, bloccate tutto ma davvero, magari ancor meglio se dall’interno. Bloccate la fabbrica e non Taranto.
Fatelo da subito, non da lunedì! Perché poi da “lunedì?” fatelo subito. Bloccate la produzione non la città! Lei merita rispetto.

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(Il problema “esuberi e nuovi contratti jobs act” è interno, è aziendale… Bloccare la città non serve. Serve invece bloccare la fabbrica, da dentro ancor meglio)

Io non blocco la città – conclude –

Sarò sempre dalla parte di chi è davvero dalla parte giusta“. Un operaio

 

Perché prima di essere ciò che siamo, ricordiamoci di essere persone e, soprattutto, ricordiamoci quanto sia importante la vita!

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