Il ritrovamento
Un peschereccio che si trovava a transitare nello specchio d’acqua tra le isole di San Pietro e San Paolo ha avvistato una sagoma galleggiare nella rada di mar Grande.
L’allarme alla sala operativa della Capitaneria di porto di Taranto è stato lanciato da un diportista che ha notato il corpo – esanime – galleggiare all’imbocco del porto.
Il cadavere sembra appartenere a un uomo di colore di cui non si conoscono le generalità.
Sarà l’autopsia a stabilire le cause del decesso, sebbene appare impossibile che quel cadavere possa essere di un migrante finito in acqua durante i viaggi della disperazione, poiché non sarebbe giunto sino al porto jonico.
Inoltre, il corpo è in avanzato stato di decomposizione, con il volto ridotto in condizioni davvero pietose; mentre, gli indumenti indossati dallo stesso, rappresentano degli elementi che, di certo, non aiuteranno a far identificare l’identità dell’uomo di circa trent’anni.