Due arresti sono avvenuti in questi giorni a Ravenna e a Parigi nell’ambito della lotta contro il terrorismo islamico. La Procura di Bologna ha disposto il fermo di Noussair Louati, un tunisino di 27 anni residente a Ravenna ma di fatto senza fissa dimora, accusato di voler partire per la Siria ed arruolarsi come “foreign figher” nelle file dell’Isis. L’arresto è stato eseguito la scorsa notte dalla Digos. Appena in tempo, perché il giovane aveva intenzione di recarsi oggi in Germania e da lì arrivare in Medio Oriente. Louati era già noto alle forze dell’ordine. Il 21 marzo scorso, da Bergamo, aveva acquistato un biglietto aereo per Istanbul – la partenza sarebbe avvenuta il 26 – poi da lì avrebbe raggiunto la Siria; ma c’erano stati problemi per il passaporto e il piano era saltato. Il denaro necessario per il viaggio era stato raccolto con lo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli inquirenti hanno scoperto che l’extracomunitario era in contatto via Facebook con un jihadista palestinese, Abou Jihad Asba, il quale vive nel campo profughi siriano di Yarmouk, sotto il controllo dello Stato Islamico. Con lui stava organizzando la partenza e gli aveva comunicato di voler combattere per Allah. Louati aveva frequentato i centri islamici di Ravenna e Milano. La minaccia del terrorismo è tornata a colpire anche Parigi. In una conferenza stampa il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve ha annunciato l’arresto, avvenuto domenica 19 aprile, di un giovane algerino, 24 anni, studente universitario di Informatica arrivato in Francia nel 2009 per ricongiungimento familiare, che stava preparando attentati ad “una o due chiese” e poi era intenzionato a ripartire per la Siria, dov’era già stato. Cazeneuve ha parlato di rischi “immediati” di un attacco. E’ stato un caso che si sia arrivati alla scoperta del piano. Il presunto jihadista aveva chiamato i soccorsi domenica mattina per essersi ferito alla gamba con un proiettile dopo l’omicidio di una donna, Aurélie Châtelain, 32 anni, insegnante di fitness, alla quale aveva cercato di rubare l’auto. Poi la polizia ha trovato quella dell’algerino a pochi metri di distanza e ha visto che al suo interno c’erano un kalashnikov, due pistole e uno dei lampeggiatori comunemente usati dagli agenti. In casa del giovane sono stati trovati altri tre kalashnikov, quattro giubbotti antiproiettile, altri lampeggiatori, fasce da braccio con la scritta “police” e documenti relativi a un attentato. Un vero e proprio arsenale da guerra. Più tardi è stata arrestata anche una familiare del terrorista, una donna integralmente velata.
Terrorismo, arrestati due giovani a Ravenna e a Parigi
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