Esaminando quello che sta succedendo a livello internazionale non può non sorgere spontanea la domanda: “Ma chi ci guadagna dalla guerra?” La situazione in Siria, Libia, Iraq e Afghanistan è sempre più instabile e a prima vista potrebbe sembrare che nessuno possa trarre profitto ma in realtà l’industria bellica è sempre più fiorente e incamera milioni di dollari ogni volta che scoppia una guerra.
Russia e Stati Uniti, pur essendo in disaccordo sul futuro assetto da dare alla Siria una volta stabilizzata, stanno vendendo attraverso le loro maggiori imprese belliche moltissime armi non solo in Siria ma in tutta la regione mediorientale. Il Presidente russo Putin ha appena sbloccato una enorme commessa di 800 milioni di dollari per una fornitura di missili antiaerei S-300 all’Iran. Il governo di Teheran ha annunciato che ha acquistato i missili unicamente a scopo difensivo, anche se Stati Uniti e Israele hanno espresso seri dubbi in proposito. La Russia ha anche annunciato di volere espandere il mercato del fucile Ak-47 prodotto dalla Kalashnikov.
Gli Stati Uniti stanno puntando molto sul mercato dei droni e dei loro armamenti; anche l’Italia pochi giorni fa ha acquistato una fornitura di armi per velivoli senza pilota. Anche Gran Bretagna, Olanda, Francia e Turchia hanno acquistato droni completi di armamenti prodotti dall’industria statunitense General Atomics. Il governo di Washington sta vendendo anche ai Paesi sunniti del Golfo preoccupati per il riarmo dell’Iran sciita aerei da guerra F-35 prodotti dalla Lockheed Martin.
Tutto questo non è che la punta dell’iceberg di un mercato in cui spesso gli affari più grandi non sono quelli fatti dai governi per le loro forze armate, ma da signori della guerra senza scrupoli che operano sul mercato illegale. Il mercato illegale delle armi è un enorme buco nero in cui lo scopo di acquista e vendere non è proteggere una nazione, ma solamente causare morte e distruzione; purtroppo finché ci saranno guerre ci saranno anche persone disposte a lucrare sulla morte di moltissimi innocenti.