Un vecchio vaso e trova all’interno 15 milioni di lire, un bel gruzzolo che se trasformato in euro può fare comodo, specialmente in tempi di crisi.
Ma Diego Miotti, questo il nome del protagonista della vicenda, quando ha provato a portare il vecchio conio a cambiare in euro è stato mandato a casa perché con il decreto Monti la Banca d’Italia gli ha detto che il cambio in euro non è più possibile dopo il 28 febbraio 2012. Una vera e propria doccia gelata per il povero signor Miotti che di sicuro sapeva come spendere quei soldi, e magari aveva anche immaginato di risparmiare qualcosina.
La fina del cambio lira- euro
Se è vero però che era stato stabilito un termine decennale (2002-2012) per il cambio delle lire in euro è altrettanto vero, dice la legge, che qualsiasi termine di prescrizione o decadenza decorre da quando il soggetto è posto in grado di far valere il proprio diritto, quindi nei casi in esame i dieci anni per il cambio lire/euro decorrono dal giorno del ritrovamento delle somme in lire.
Quindi tante persone hanno giudicato illegale il decreto Monti e vogliono che siano ristabiliti i loro diritti; così hanno fatto causa alla Banca d’Italia.
Le cause contro la Banca d’Italia
Tante persone, tra cui il signor Miotti, hanno deciso di fare causa alla Banca d’Italia, visto che pensano sia un loro diritto sancito dalla legge quello di cambiare lire con euro. Negli altri Paesi come Francia, Germania, ecc… ogni cittadino può cambiare le monete nazionali con gli euro in qualsiasi momento, solo in Italia non è più possibile.
«Abbiamo presentato una diffida pregiudiziale alla Banca d’Italia sessanta giorni fa, spiegano dallo studio legale, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta, e quindi a questo punto presenteremo un decreto ingiuntivo al Tribunale di Roma», fanno sapere i legali del signor Miotti.