Turchia, bimbo di 10 giorni e bimba di 2 anni estratti vivi dalle macerie

Dopo 122 ore dal sisma c'è ancora spazio per la speranza

Il terremoto che ha devastato la Siria e ferito gravemente la Turchia racconta anche storie di speranza. Nonostante i cinque milioni di sfollati siriani e le ventiquattromila vittime accertate, ancora c’è spazio per credere ai miracoli.

La prima storia che ha commosso il mondo questa mattina riguarda un neonato di appena 10 giorni, estratto vivo dalle macerie dopo novanta ore dal sisma; anche la madre era viva. I fatti sono accaduti nella città di Samandag, nella provincia di Hatay. Il piccolo si chiama Yagiz e si trovava tra i resti di una struttura crollata a terra a causa del terremoto.

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L’immagine del bimbo è stata postata su Twitter dal sindaco di Istambul Ekrem Imamoglul. Il neonato era avvolto in una coperta di lana mentre i soccorritori si apprestavano ad accompagnarlo in ospedale.

Nella stessa provincia di Hatay, nel distretto di Antakya, poche ore dopo è stata estratta viva dalle macerie una bambina di 2 anni dopo 122 ore dal sisma.

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Secondo Unicef, sarebbero intorno a cinquemila i bambini che sono rimasti soli in Turchia. L’organizzazione umanitaria avrebbe creato una linea di emergenza per facilitare la riunificazione familiare. Molti bambini sono riusciti così a trovare nonni o zii che risiedevano in altre città non colpite dal sisma.

In Turchia i bambini orfani di età fino ai tre anni vengono affidati subito alle famiglie. Negli orfanotrofi pertanto ci sono solo bambini tra 3 e 17 anni. Nelle ultime ore 700 bambini delle zone terremotate sono stati trasferiti altrove.