Tutelare i bambini e prevenire i fenomeni di pedofilia

La pedofilia: un crimine contro l'umanità

Affrontare oggi una riflessione concernente l’abuso sui minori, vuol dire porre attenzione ad un fenomeno che, presente da sempre, sta assumendo, in questi ultimi anni, aspetti sempre più inquietanti. Tutto ciò ottiene valore, solo se inserito in un ampio studio dell’ambiente sociale, all’interno del quale sono scomparsi il senso del limite, la percezione del dolore fisico e morale. Occorre interrogarsi sulle dinamiche sociali e sul perché principi di riferimento, ritenuti fondamentali, siano oggi sempre più appannati.

La gravità del fenomeno

La gravità del fenomeno risiede nel fatto che in nessun caso un bambino può essere consenziente, a causa della differenza di ruolo rispetto all’adulto che lo abusa.
L’informazione alla pedofilia è necessaria per tutelare i ragazzi dai rischi di abusi. Oggigiorno sono sempre più numerose le vittime minorenni di adescamenti e violenze. Non solo abusi fisici, ma anche divulgazione di materiale pornografico e adescamenti tramite i social network. Questi ultimi sono nuovi e veri covi di questo fenomeno.

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Pedofilia: un aspetto multidisciplinare

La pedofilia è un attrazione, una preferenza sessuale ben precisa di un adulto che si sente impotente a costruire l’intimità e quindi a raggiungere il piacere se si rapporta ad una donna o ad un uomo adulto. Il pedofilo è disturbato da una posizione di reciprocità, mentre è rassicurato dai piccoli partner sessuali che gli garantiscono una posizione di controllo e di dominio. L’ambito della pedofilia non evoca direttamente l’aspetto giuridico dedicato ai diritti del bambino, ma sono chiamate in causa essendo due tematiche indivisibili. Non entriamo nel merito dell’aspetto giuridico, ma sposiamo l’attenzione sulla multidisciplinarietà del fenomeno, che inevitabilmente richiede una collaborazione tra istituzioni, enti locali e rete sociale.

La pedofilia nelle fiabe

Una delle ferite più atroci inflitta all’infanzia, è senza alcun dubbio l’abuso sessuale. Tale tematica si interseca con un’altra altrettanto ampia e complessa, ovvero quella di chi viola i diritti del minore e che con il proprio comportamento ne ostacola lo sviluppo armonico. Le fiabe non descrivono soltanto fantasie ed emozioni, ma ne illustrano i momenti e gli aspetti più significativi. Tutti noi siamo cresciuti con il sottofondo di storie meravigliose di personaggi fiabeschi. Negli occhi abbiamo ancora le scene dei cartoni Disney, che però spesso non corrispondono con le storie originali, molto più cupe e cruente. Così come le favole, anche le fiabe assolvono una funzione educativa.

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Cappuccetto rosso

Una delle storie maggiormente raccontate è quella di Cappuccetto Rosso, la bambina da mantello purpureo, che durante il tragitto nel bosco, incontra il lupo. L’insegnamento della fiaba non è assolutamente quello di evitare di avventurarsi nel boschetto dietro casa, ma c’è ben altro sotto. Questa storia risulta essere molto utile ai genitori, per trattare con i propri figli argomenti delicati, ma necessari.

Una favola come valore educativo

Questa fiaba risulta essere speciale, perché suggerisce ai piccoli come riconoscere il “lupo cattivo“, ovvero i seduttori che potrebbero intrappolarle. Non è un caso, che il lupo si traveste da donna. Spesso infatti gli abusi sui minori vengono perpetrate all’interno delle mura domestiche o della cerchia familiare o amicale più stretta. Cappuccetto Rosso è una bambina preadolescente in fase di sviluppo sessuale: il colore rosso rappresenterebbe il ciclo mestruale. Nonostante questo, ancora piccola dal punto di vista psico – emotivo e quindi altamente vulnerabile alle attenzioni ricevute.

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Le varie versioni

Le prime versioni della fiaba erano caratterizzate da un antagonista “mostruoso”, rappresentato non dal lupo, bensì un Orco. In queste fiabe la nonna veniva spesso macellata dall’antagonista, per poi esser mangiata dalla nipote. Cappuccetto Rosso veniva invitata a togliersi gli abiti e a gettarli nel fuoco, e il lupo mangiava la bambina dopo essersi coricato a letto con lei. In altre versioni, la bambina si accorgeva dell’inganno e chiedeva alla nonna od al lupo, di allontanarsi un attimo per andare in bagno a defecare. Il lupo acconsentiva a malincuore, tenendo la bimba legata con uno spago, dal quale però Cappuccetto Rosso riusciva a liberarsi, scappando dalla trappola. In altre versioni la bimba veniva inseguita dal lupo, ma alcune lavandaie la aiutavano a tirargli una trappola, mettendo un lenzuolo sul fiume, grazie al quale il lupo, ritenendolo stabile come un appoggio fisso, cadeva annegando.

Quali insegnamenti possiamo trarne?

La fiaba è stata tramandata in molteplici versioni. Tutte però, insegnano ai piccoli che, non sempre ci sono gli adulti a difenderli, che devono tenere gli occhi aperti, perché il bosco, nonostante sia pieno di pericoli, deve essere necessariamente attraversato, essendo simbolo del rito di passaggio dall’età infantile a quella adulta.
Una bambina non potrà mai capire le carezze eccessive di un adulto. Un giovane adolescente non avrà quasi mai il coraggio di denunciare le disumanità che gli hanno segnato la vita. Quella stessa bambina, ormai adulta, non potrà mai più fidarsi di un uomo completamente, se il primo della sua lista è stato tanto cattivo da rubarle innocenza ed amore.

Come arginare il fenomeno della pedofilia?

Un fenomeno come la pedofilia, è possibile arginarlo con una rivoluzione culturale, dando esempi positivi, accendendo le luci e pretendendo ognuno, dall’assistente sociale, al medico, all’insegnante di scuola, ai genitori, di fare il proprio dovere, a tenere gli occhi aperti ed a non sottovalutare alcun allarme. Il pedofilo può nascondersi affianco a noi.
I soggetti che commettono reati del genere, non dovrebbero godere di leggi spesso garantiste. Andrebbero inasprite le pene.

Pedofilia: un crimine contro l’umanità

La guerra contro la pedofilia richiede una vera e propria strategia operativa di tutte le forze sociali. Bisogna augurarsi una risposta positiva, che riguardi l’impegno innanzitutto della famiglia, della scuola, degli operatori, ma anche di tutti noi cittadini. Tutto ciò per salvaguardare l’arcobaleno dell’infanzia. Siamo di fronte all’abisso dell’animo umano. Non dimentichiamoci che bambini sani daranno vita ad una società più sana e per far sì che questo accada, bisogna sostenerli e non lasciarli soli, mai.

Arianna Ilardi
Arianna Ilardi
"Porto i segni di una guerra che alla fine ho vinto io".