Mercoledì sera alle 21 il residence Park Palace di Kabul, molto frequentato da stranieri poiché si trova in una zona con una sede delle Nazioni Unite ed un ospedale internazionale, è stato attaccato da un uomo, “Muhammad Idrees, armato di una pistola, un fucile e materiale esplosivo”. Lo ha annunciato rivendicando l’attacco il portavoce dei talebani afghani, Zabihullah Mujahid, che ha inviato un’e-mail ai media locali. L’estremista ha riferito che nell’edifico c’erano oltre 100 persone – tra le 80 – 100, secondo alcune testimonianze –. Quattordici sono rimaste uccise, di cui 9 straniere, ha fatto sapere una tv indiana: tra gli altri ci sono proprio 4 indiani, un americano e un italiano. Il nostro connazionale si chiamava Alessandro (Sandro) Abati, 47 anni, consulente per progetti infrastrutturali di Alzano Lombardo (Bergamo) che lavorava con paesi stranieri, e la compagna kazaka Aigerim Abdulayeva, 27 anni. Si erano già sposati con un rito afghano che pertanto non ha valore in Italia e a luglio avrebbero dovuto convolare a nozze a San Pellegrino. Speravano di potersi trasferire in Canada. Il loro sogno è stato spazzato via da un uomo che in quell’albergo andava stanza per stanza cercando stranieri da uccidere e pronto a farsi esplodere, se la polizia non fosse riuscita ad ucciderlo. Gli agenti dopo 7 ore di assedio, concluso all’alba di giovedì, sono riusciti a liberare la cinquantina di persone che erano state prese in ostaggio.
Mercoledì di sera, quando è avvenuta l’irruzione, era in corso un party in onore di un ospite canadese e si stava accingendo a cantare l’artista Altaf Hussain, che è stata tratta in salvo.
L’attentato fa parte della cosiddetta “offensiva di primavera” lanciata dai talebani il 24 aprile. Nella stessa giornata di mercoledì è avvenuto anche un attentato ad un edificio governativo nella città di Lashkar Gah, capoluogo della provincia di Helmand, nel quale sono rimaste uccise 12 persone.