
Il nuovo viaggio del segretario di Stato americano Antony Blinken in Medio Oriente, il suo quinto dal 7 ottobre scorso, è uno dei più attesi poiché inserito nel quadro di crescenti tensioni e di una guerra, quella tra Hamas e Israele a Gaza, che non sembra placarsi. Da poche ore è atterrato in Arabia Saudita dove ci si aspettava incontrasse il principe ereditario e leader de facto Mohamed bin Salman e il suo omologo, il ministro degli esteri saudita Faisal bin Farhan Al Saud. Dopo effettuerà altri viaggi in Israele, Egitto, Qatar e in Cisgiordania. A Riyad, riporta Reuters, Blinken discuterà della trattativa sul cessate il fuoco, ancora in fase di stallo e lungi dal potersi definire conclusa, tra Hamas e Israele di cui Washington è grande sponsor, e consegnerà un messaggio direttamente ai paesi della regione relativo al fatto che “gli Stati Uniti non vogliono vedere il conflitto intensificato e non intensificheranno il conflitto”, riporta Reuters citando un un alto ufficiale statunitense.
L’obiettivo del Segretario di stato, a quanto pare, sarebbe quello di ribadire il ‘no’ degli Stati Uniti a una guerra estesa e prolungata in Medio Oriente, a pochi giorni di distanza dall’attacco effettuato tramite bombardieri in diversi siti in Iraq e Siria. Oltre a questo, Blinken effettuerà questo nuovo tour nel MO per confermare che Washington non intende aumentare le tensioni con l’Iran, malgrado il recente attacco contro diverse fazioni pro Teheran non abbia fatto che aumentarle. E nel mentre la crisi con gli Houthi nello Yemen non fa altro che toccare apici di tensione assoluta, con i governatori de facto del piccolo paese del Golfo che confermano il loro supporto ai palestinesi di Gaza tramite attività di boicottaggio delle navi mercantili che hanno a che fare in qualche modo con Israele.
Intanto sulla Striscia di Gaza le Idf continuano a martellare. Sia nella zona di Khan Younis, circondata dai mezzi militari di Tel Aviv, che in altre aree considerate dallo stesso esercito israeliano “sicure” per i civili. Un esempio potrebbe essere l’area di Rafah, dove si concentra la maggior parte degli abitanti palestinesi del nord dell’exclave, e quella di Deir al-Balah, al centro della Striscia, dove le forze aeree israeliane hanno effettuato nelle ultime ore attacchi contro edifici residenziali e una moschea. Trenta i morti secondo Al Jazeera, nelle ultime ore in totale sono 1.049. Dal 7 ottobre i morti a Gaza sono 27.478, i feriti invece almeno 66.835.