Il virologo Burioni del San Raffaele di Milano, ha espresso la sua opinione sulla durata dell’epidemia di coronavirus che sta interessando l’Italia. Questi sono giorni cruciali che permetteranno al Paese di fare i conti con il sistema sanitario, per comprendere se si è in grado di contenere l’epidemia o almeno di rallentarla. L’efficacia delle misure adottate si potrà constatare dopo 15-20 giorni.
Per ora non esistono medicine e vaccini adeguati, le uniche armi è la diagnosi preventiva che permette di distinguere il Covid-19 da una semplice stagione e l’isolamento. Soltanto riducendo i contatti si può evitare il contagio e la diffusione del virus.
Nel frattempo, l’economia Italiana sta subendo forti scossoni, complice anche l’isolamento dell’Italia che ha condotto alla cancellazione di voli, eventi e viaggi. Al contempo, però, i contagi sembrano in netta diminuzione, anche se bisogna aspettare settimane per effettuare previsioni precise e non basarsi su oscillazioni repentine e di un giorno.
Importante evitare i luoghi di aggregazione
Mentre il governo, intanto, discute se chiudere le scuole e le università in tutta Italia, Burioni afferma che non si sorprenderebbe se venisse prolungata la chiusura. Per Burioni, infatti, è meglio continuare con dei sacrifici che riguardano le chiusure dei luoghi di aggregazione piuttosto che aspettare il virus si propaghi mandando il sistema sanitario in tilt.
Inoltre, il divulgatore scientifico, ci ha tenuto a ricordare che il paziente 1 è ancora vivo grazie alle cure adeguate che sta ricevendo in terapia intensiva. Un numero esorbitante di persone malate potrebbe spingere gli ospedali al collasso.
Anche le persone giovani possono sviluppare sintomi gravi
Burioni ci tiene a ricordare, infatti, che anche le persone più giovani possono sviluppare gravi sintomi, proprio come il paziente 1 che ha 38 anni ed è uno sportivo, non è un anziano con il fisico debilitato.
Per rallentare l’epidemia, inoltre, potrebbe essere necessario aspettare l’estate perché con le scuole chiuse e con le uscite all’aria aperta i virus respiratori si trasmettono meno rispetto alla primavera. Oppure ci sarà da attendere la mutazione del virus, che potrebbe diventare “più buono” ma se e quando, ad oggi, non è dato saperlo.