Confermati i sospetti sulla paternità di al Qaeda dell’attentato alla redazione della rivista satirica Charlie Hebdo, costato la vita a 12 persone. Lo ha rivendicato in un videomessaggio di 11 minuti sottotitolato in inglese un membro dell’organizzazione nello Yemen (Aqpa), Nasser bin Ali al Ansi: “Per quanto riguarda la benedetta Battaglia di Parigi, noi, Organizzazione di al Qaeda al Jihad nella Penisola araba rivendichiamo la responsabilità di questa operazione come vendetta nel nome del messaggero di Dio”, ha dichiarato.
Poi ha definito la Francia “partito di Satana” e ha minacciato l’Occidente di nuovi “tragedie e terrore”.
Nel video scorrono le immagini dell’attacco, quelle dei volti dei responsabili (i fratelli Chérif e Said Kouachi) e della manifestazione contro il terrorismo avvenuta in Francia domenica (le donne sono state oscurate). “Guardate come si sono riuniti e si sono sostenuti uno con l’altro, rafforzando la loro debolezza e utilizzando le loro ferite. Queste ferite non sono guarite, e non lo faranno, a Parigi, New York o Washington, a Londra o in Spagna, o in Palestina”, sibila al Ansi, mentre alle sue spalle compaiono le immagini dell’11 settembre. “La Francia – prosegue il terrorista – ha commesso crimini in Mali e nel Maghreb, ha sostenuto l’uccisione di musulmani nell’Africa centrale nel nome della pulizia razziale”.
Al Qaeda in Yemen aveva già rivendicato l’azione del 7 gennaio con un videomessaggio postato su YouTube il giorno 9. Il terrorista che parlava, Harith bin Ghazi al Nadhari, ammoniva la Francia di smettere di “attaccare l’Islam, i suoi simboli e i musulmani o ci saranno nuove operazioni”.