Cile. Stato di emergenza per l’eruzione del Calbuco

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Il Calbuco, terzo vulcano più pericoloso dei 90 sparsi nella zona del Cile, è eruttato ieri sera alle 18.00 ora locale (le 22.00 in Italia), sorprendendo la popolazione e gettando in stato di emergenza anche la limitrofa città di Bariliche, in Argentina.

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Il vulcano era inattivo da 42 anni e tenuto sotto monitoraggio, fino a ieri quando l’improvvisa eruzione ha costretto 4 mila persone risiedenti nell’area di Ensenada ad abbandonare le proprie case e a ordinare lo stato d’eccezione in altri tre comuni della zona minacciata. Come racconta al Reuters un abitante di Ensenada, Trevor Moffat:

“Abbiamo sentito un rumore come se un enorme autotreno stesse passando in strada, facendo tremare e sbattere tutto, un rimbombo gutturale… Abbiamo lasciato tutto lì, ho preso il mio bambino, il mio cane e sono andato in macchina con mia moglie.”

E aggiunge:

“Tutti i vicini erano fuori. Molti giovani piangevano. Tipiche reazioni all’Apocalisse.”

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A causa del fumo che ha raggiunto i 17 km di altezza, la Latam Airlines ha cancellato i voli provenienti e diretti alla vicina Puerto Montt. Ora il pericolo più grande, come afferma il vulcanologo Gabriel Orozco è quello che la colonna di lava e lapilli collassi sprigionando materiale piroclastico (gas e frammenti di roccia).   

In Cile, nella cosiddetta “Catena di Fuoco” del Pacifico, è situata la seconda catena di vulcani più grandi dopo l’Indonesia, tra questi 500 sono potenzialmente attivi. Un altro caso di eruzione è avvenuto nel marzo scorso quando, sempre nel sud del Cile, il Villarrica ha eruttato espellendo verso l’alto un getto di cenere e lava che fortunatamente si è dissolto subito.