Comandanti Azov tornano a Kiev: gelo tra Ankara e Mosca

Capi del Battaglione Azov tornano in patria suscitando l'ira del Cremlino: violati gli accordi tra Russia e Turchia

Nessuna telefonata tra Erdogan e Putin e quindi nessun confronto in merito al controverso atto di rilasciare i capi del Battaglione Azov, nota formazione paramilitare di estrema destra, e di farli rientrare in Ucraina non ottemperando agli accordi presi all’indomani della fine della battaglia di Mariupol. I comandanti dell’Azov e della 36esima brigata ucraina sono rientrati a Kiev violando i termini dell’accordo tra Ankara e Mosca secondo il quale sarebbero dovuti rientrare solo a guerra conclusa.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, pur definendo il rientro a Kiev dei militari come una violazione degli accordi, ha confermato ai giornalisti che ci sarà un incontro tra il presidente russo e quello turco, ma al momento non si conoscono nè luogo nè data.

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Il presidente Erdogan ha annunciato venerdì che il suo omologo russo Putin potrebbe visitare la Turchia il mese prossimo e che spera che l’accordo sul grano possa essere prolungato. “Tale contatto è possibile. Non sono ancora state fissate date esatte”, ha detto Peskov.

Erdogan lo scorso venerdì ha incontrato il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky. In que frangente, da un lato, il leader turco si è detto fiducioso che Kiev possa entrare nella Nato. Mentre, dall’altro, non ha inviato segnali incoraggianti circa l’ingresso della Svezia nell’Alleanza Atlantica.

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