Crisi di governo: Parlamento riapre d’urgenza

Crisi di governo: la situazione precipita. Probabili elezioni a ottobre?

Tanto tuonò che piovve. La crisi di governo è ufficiale e il Parlamento riapre d’urgenza.

Crisi di governo: la situazione è precipitata ieri.

La tensione era alle stelle da giorni. La mozione contraria all’alta velocità Torino-Lione del movimento 5Stelle ha aperto una frattura insanabile.

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Matteo Salvini aveva inviato un messaggio chiaro ai parlamentari leghisti: “Non allontanatevi per le ferie” e si capiva che la situazione stava precipitando.

Le riunioni convulse di ieri tra Salvini e il premier Giuseppe Conte con Luigi Di Maio sullo sfondo, potevano far pensare a una ricucitura dell’ultimo minuto.

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Ma il netto rifiuto di un governo tecnico e il totale disinteresse leghista verso un rimpasto di governo hanno fatto presagire sviluppi importanti.

L’allarme rosso tra i giornalisti è scattato con l’arrivo al Quirinale del presidente della Camera Roberto Fico e del Senato Elisabetta Casellati.

Crisi di governo: volano gli stracci

Matteo Salvini ha confermato la sua tappa a Pescara del tour estivo, non per dimostrare che tutto filasse liscio, ma per la ragione opposta e lo ha spiegato chiaramente nel comizio pescarese.

Il dado è tratto per una serie di motivi:

  • La spaccatura tra Lega e 5Stelle sulle mozioni Tav è la goccia che ha fatto traboccare il vaso
  • Liti e distinguo si susseguono da mesi nella coalizione giallo-verde
  • Le due forze si sono ripetutamente scontrate su Tav, infrastrutture, sviluppo economico, flat tax, legge sulle autonomie, riforma della giustizia e rapporti sull’Europa
  • Non a caso, Salvini ha definito il 5Stelle partito collaborativo per circa un anno che si è trasformato nel movimento del “no a tutto” negli ultimi mesi
  • Salvini ha ricevuto molte lamentele degli imprenditori che hanno puntato il dito contro l’inerzia dei ministeri dello sviluppo Economico e quello delle Infrastrutture e Trasporti
  • L’accusa di blocco di riforme a favore delle aziende chiama in causa Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, offrendo alla Lega un motivo in più per staccare la spina
  • Salvini ha sempre detto che non esiste alternativa a questo governo quindi si deve andare al più presto a nuove elezioni senza tirarla alle lunghe
  • In pratica ognuno ci metta la faccia, difenda le sue ragioni e gli italiani decideranno di conseguenza.

Crisi di governo: le accuse di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio a Matteo Salvini

La reazione del premier Giuseppe Conte è esplosa nella conferenza stampa straordinaria di ieri sera che il presidente del Consiglio ha usato come una tribuna.

Conte ha infatti accusato Salvini di far cadere il governo guardando i sondaggi per tornaconto personale.

Il premier respinge l’accusa che il governo sia diventato quello dei no e ha tirato in ballo i tour balneari del ministro dell’interno, in contrapposizione all’attività di governo che “ha parlato poco e lavorato molto“.

Conte ha apertamente sfidato Salvini a presentarsi in Parlamento per dare conto agli italiani delle ragioni della crisi.

Di Maio ha rincarato la dose lanciando strali contro la Lega dichiarando che, per colpa della Lega, non si ridurrà il  numero dei parlamentari e, curiosamente, fa riferimento alla flat tax che i pentastellati non hanno mai amato.

E’ evidente che Di Maio e Conte vogliono addossare la responsabilità della crisi a Salvini sperando di lasciarlo con il cerino in mano.

La strategia di Matteo Salvini

Il leader leghista non sembra preoccupato di rintuzzare colpo su colpo e le accuse di Conte e Di Maio potrebbero rivelarsi un boomerang, considerando la popolarità crescente di Salvini.

E’ evidente che il ministro dell’interno ha fretta di arrivare alle elezioni anche se pochi pensavano che la crisi sarebbe esplosa a ridosso di ferragosto.

Secondo la ricostruzione di Libero Salvini avrebbe preferito aprire la crisi da una posizione di ulteriore vantaggio.

In pratica, il leader della Lega avrebbe preferito che il premier Conte presentasse spontaneamente le dimissioni facendo poi intervenire il Parlamento, ma il presidente del Consiglio ha rifiutato sfidando Salvini a sfiduciarlo in aula.

Si presume che Conte agisca su input grillino per far sembrare il leader leghista unico responsabile della crisi anche se, a dire il vero, Conte ha incassato la prima sberla proprio dai 5Stelle sulla Tav, nonostante l’avesse apertamente sostenuta.

Salvini ha rotto gli indugi e si è fatto carico dell’apertura ufficiale della crisi.

Il ministro dell’interno sa che gran parte degli italiani ha preso atto che visuali contrapposte e liti crescenti non portano da nessuna parte e ritiene che le accuse degli ex alleati siano armi spuntate.

Crisi di governo: i possibili scenari

A questo punto, il Parlamento, riunito d’urgenza la prossima settimana, dovrebbe sancire la fine di questo governo.

Il presidente della Repubblica può verificare, con brevi consultazioni, l’esistenza o meno di una maggioranza alternativa. In caso contrario scioglierà le Camere.

Gli sviluppi possono essere complicati dalle prossime scadenze che l’Italia deve affrontare:

  • Salvini vorrebbe votare tra il 13 e il 20 ottobre. In questo caso occorre sciogliere il Parlamento poco dopo ferragosto per rispettare il termine tra 45 e 70 giorni prima delle elezioni
  • Entro il 15 ottobre bisogna presentare la bozza della legge di stabilità al vaglio europeo
  • Luigi Di Maio vorrebbe prima votare la riduzione dei parlamentari che sarebbe una “polpetta avvelenata” per Salvini
  • Ridisegnare i collegi elettorali, dopo l’eliminazione di 345 parlamentari, farebbe infatti slittare le elezioni
  •  Tirarla alle lunghe aumenta il rischio di non varare neppurela bozza di legge di bilancio e di andare all’esercizio provvisorio
  • I 5 Stelle sperano nello scivolone di Salvini per poi addebitargli la reazione dell’Europa, l’aumento dello spread con il rischio di aumentare l’Iva a danno di famiglie e imprese.

I paracadute di Matteo Salvini

Il leader leghista spera ovviamente di disinnescare queste mine con una navigazione difficile nei prossimi giorni, contando sulla popolarità della Lega e una gestione della crisi alla luce del sole.

Inoltre, Salvini ha un  paio di assi nella manica se le elezioni premiassero la Lega, ma non al punto di governare da sola.

Il primo è Fratelli d’Italia che Giorgia Meloni, secondo i sondaggi, ha portato al 7,5% il secondo è Giovanni Toti con il neonato movimento “Cambiamo”.

Il presidente della regione Liguria si è staccato da Forza Italia e la sua nuova formazione affonda le radici nella lista arancione che ha avuto successo alle elezioni regionali 2015, anche se non ha ancora avuto il battesimo del fuoco nazionale.

I tre leader appartengono alla stessa generazione, condividono un programma sostanzialmente comune e governano insieme importanti città e regioni.

Senza contare che anche Forza Italia potrebbe in qualche modo essere della partita per affinità di programma.

Crisi di governo: breaking news

La Lega rompe gli indugi: presenterà la mozione di sfiducia contro il premier Conte al Senato.

A questo punto non resta che riunire la conferenza dei capi gruppo per convocare le Camere.

Salvini ha acceso i motori. Lo sviluppo della crisi è pronto al decollo.


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