Cuba, il porto di Mariel e lo sviluppo economico

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Xi Jiping incontra a L’Avana Fidel e Raul Castro, per siglare accordi di carattere economico ed incrementare una relazione di interesse “bilaterale”

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La Cina si dice molto interessata al nuovo modello economico cubano (il Progetto Mariel) e reputa questi “aggiornamenti” come un propulsore capace di dar vita a nuove e significative opportunità di crescita della relazione cino-cubana.

Lunedì, alcuni imprenditori cinesi, presero parte al forum economico con la Camera Nazionale del Commercio di Cuba. Xi Jiping, ha fatto notare in un comunicato stampa, quanto abbiano in comune i due Paesi,oltre all’ombra del socialismo e lo sviluppo economico, ad unirli potrebbero presto esserci alcuni accordi tesi al soddisfacimento di interessi vicini ad entrambi. Durante la conferenza economica, il rappresentante cinese, che presiedette il Forum, Sun Chenghai, direttore generale de “l’Ufficio di Presidenza dello Sviluppo del Commercio della Cina” confermò la presenza di rappresentanti di 13 grandi aziende cinesi, interessate alle effettive opportunità di business nel Paese. Dal canto suo, la Camera Nazionale di Commercio Cubano, ha sfoggiato l’appetibilità della Zona Speciale di Sviluppo: il porto di Mariel, la cui prima fase venne inaugurata il 27 gennaio scorso presso L’Avana, durante il secondo vertice del CELAC (Comunità di Stati Latino-Americani e Caraibici) tenutosi proprio nella capitale.

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La Cina è fra i primi partner cubani dopo il Venezuela e i suoi rapporti con Cuba sono incrementati del 25% dal 2012 ( quasi 2 milioni di dollari l’anno).

Effettivamente, il Progetto Mariel si sta dimostrando una manovra economica eccellente, capace, se seguita con scrupolosità, di fare del Paese un’ autentica miniera d’oro. Un tentativo di redenzione dalla terribile legge Helms-Burton (l’embargo) , la quale non consentiva alle navi internazionali di attraccare nei porti americani se negli ultimi sei mesi avessero prima sostato in un porto cubano. Un decreto che fece sprofondare Cuba in un isolamento economico senza precedenti, e quando cessarono gli aiuti economici dell’ex Unione Sovietica, il Paese cadde nel tunnel di una crisi senza via di uscita, che solo grazie ai finanziamenti di Hugo Chavez riuscirono a renderne meno insidiosa l’avanzata.

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La nuova Zona Especial de Desarrollo Mariel (costata 900 milioni di dollari), ha come scopo principale quello di attrarre capitale straniero e rafforzare l’industria nazionale. La realizzazione stessa avvenne grazie a cooperazioni con l’estero, in modo particolare con il Brasile. Lo dimostra la collaborazione tra le aziende di Stato cubane e la Compañia de Obras e Infrastructuras brasiliana (sussidiaria della grande multinazionale Odebrecht). L’ area implicata, ha un’estensione di 465 metri quadrati e sorgerà in una zona geograficamente strategica ( nei pressi del canale di Panama: si tratta del porto più vicino agli U.S.) capace di accogliere le più grandi imbarcazioni del Mondo, oltreché una base operativa per l’esplorazione di greggio offshore e la produzione industriale leggera. Disporrà, anche di una rete ferroviaria connessa all’autostrada, in modo da facilitare la circolazione delle merci.

L’opera di completamento, da lavoro a più di 2000 operai e presto vi sorgeranno anche scuole e strutture sanitarie. Per di più, sono svariate le opportunità di investimento, che riguardano principalmente le energie rinnovabili, l’industria biofarmaceutica e il turismo.

In un secondo momento l’opera potrà raggiungere dimensioni ancor più ingenti(128 ettari, con 2400 m di banchina e fino a 3 milioni di container all’anno) anelando all’elaborazione di di un vero e proprio sistema di rapporti commerciali nei Caraibi e con porti come Cartagena (Colombia) e Veracruz (Messico). Un progetto,insomma, che dovrebbe far tremare le ginocchia persino agli USA.

Tra i Paesi che mirano a L’Avana vi è altresì l’Italia. Sono cominciate difatti le collaborazioni fra Il nostro Paese e Cuba che ci vedrebbero “soci nel turismo”. È stata presentata alla Farnesina la nuova normativa cubana sugli investimenti esteri entrata in vigore il 28 giugno. La collaborazione ha come protagoniste l’Havanatur -una società statale cubana- e la compagnia italiana Blue Panorama, le quali hanno annunciato oggi una nuova promozione di viaggi da Cuba verso l’Italia. I percorsi coinvolgono città italiane come Milano, Venezia, Firenze e Roma. I tour saranno garantiti da luglio a settembre con il nome di “Il meglio dell’Italia”. L’amministratore delegato presso Cuba di Blue Panorama, Ivan Soto, ha dichiarato che i pacchetti saranno venduti anche in Messico, Repubblica Domenicana e Jamaica.

La creazione di questa zona di libero scambio, potrebbe sancire un allontanamento del Paese, di stampo socialista, dai suoi principi basilari e una apertura verso il capitalismo. Ciò nonostante, Cuba continua ad essere fedele ai suoi ideali, lo dimostrano ad esempio alcuni elementi di questa nuova pianificazione economica come: la proibizione di concentrazione della ricchezza nelle mani di una ristretta minoranza, la protezione degli strati più deboli della popolazione e la determinazione di un salario minimo e massimo per contrastare le disuguaglianze sociali.

Un progetto di tale proporzione, muterebbe i connotati del mercato mondiale. Il vento soffia, in concreto, nelle vele di Paesi diversi da quelli che dominarono l’economia nel secolo scorso. Obama come Filippo II d’Asburgo? La storia potrebbe riproporsi.