Dal fronte Covid-19: intervista al dott. Guidobaldi

Dal Presidio Ospedaliero Riunito di Ciriè (Torino), reparto di terapia intensiva anti Covid-19

Franco Guidobaldi si definisce il “medico dei sani”. Il suo settore professionale, da quasi quarant’anni, è la medicina sportiva e, in effetti, alla porta del suo studio hanno sempre bussato atleti con contratture muscolari o per sottoporsi alle verifiche pre agonistiche.
Quando si è diffusa la pandemia del Covid-19, ha dato la sua disponibilità alla Protezione Civile che, da Torino, l’ha dirottato al vicino Ospedale di Ciriè. L’abbiamo incontrato a Loano, cittadina turistica della Liguria, dove ha trascorso un weekend di pausa.

Oggi assistiamo a manifestazioni di persone che non credono al Covid o pensano che la pandemia sia ormai sconfitta; cosa ne pensa?

Questi manifestanti, o quelli che ormai non rispettano più il distanziamento sociale o non indossano le mascherine protettive, dovrebbero accompagnarmi in ospedale. È vero che le terapie intensive si stanno svuotando, per nostra fortuna, ma il Covid circola ancora e potrebbe risvegliarsi nelle prossime settimane.

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Dovremo attendere il vaccino per sentirci sicuri?

Forse. Non sono un virologo ma, confrontandomi quotidianamente con i colleghi, posso dirle che su questo corona-virus sappiamo ancora molto poco e ogni ipotesi potrebbe essere smentita il giorno dopo. Compresa quella di un vaccino risolutivo.

Eppure, in questi mesi, abbiamo avuto pareri continui e sovente discordanti da parte degli scienziati

È un diritto dei cittadini essere informati ma, a mio parere, si doveva fare con una voce univoca e diffondendo dati, interpretazioni e supposizioni solo verificate e ineccepibili. Credo che il protagonismo televisivo, l’occasione di notorietà abbia affascinato alcuni, creato confusione e imprudenze nella popolazione.

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Dal suo punto di vista, ritiene possibile che il Covid-19 sia stato costruito in laboratorio?

La trasmissione di virus da animale a uomo è sempre avvenuta. Per farle un esempio, il morbillo ha colpito l’uomo circa nel 500 d.C ed è nato dal virus della peste bovina. Anche il Covid-19 può avere origine animale, ma un dato è certo: la Cina ha taciuto una informazione che avrebbe potuto salvare milioni di persone.

Si spieghi meglio

L’allarme Covid-19 in Italia comincia il 20 gennaio, quando viene diffusa la notizia di due turisti cinesi positivi al Coronavirus che alloggiano all’Hotel Palatino di Roma. Ma a Torino era già presente a dicembre, rilevato nelle acque di scarico. Questo significa che in Cina, nella zona di Wuhan, circolava già mesi e mesi e il mondo non è stato avvertito, non ha potuto prepararsi per tempo. Non ha capito immediatamente la gravità della situazione.

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Di questa sua esperienza nel reparto di terapia intensiva, cosa l’ha colpita di più?

Quando comunichi al malato che è necessaria l’intubazione. Si procede in anestesia e la paura del malato è quella che non si risveglierà, passerà dal sonno alla morte senza vedere nessuno dei suoi cari, in una stanza anonima con medici abbigliati da astronauti dei quali non riesci neppure a vedere lo sguardo. È un’esperienza che ti segna dentro, come quella dei parenti che t’incontrano e ai quali devi comunicare il decesso del loro caro e che non potranno neppure rivolgergli un ultimo saluto.

Massimo Carpegna

Massimo Carpegna
Massimo Carpegnahttp://www.massimocarpegna.com
Docente di Formazione Corale, Composizione Corale e di Musica e Cinema presso il Conservatorio Vecchi Tonelli di Modena e Carpi. Scrittore, collabora con numerose testate con editoriali di cultura, società e politica.