Elezioni Usa, cresce la tensione e si moltiplicano le accuse

Arrivano nuove denunce di potenziali brogli durante l'election day del 3 novembre sulla base delle segnalazioni e dei dati statistici

Le elezioni Usa sono ormai ostaggio di riconteggi legali ed è evidente che la tensione cresce mentre le accuse si moltiplicano, tra lo sconcerto degli elettori e i crescenti grattacapi legali di chi dovrà risolvere la contesa nelle prossime settimane che si preannunciano infuocate.

Le elezioni americane sotto i riflettori si arricchiscono di nuove accuse

A dare fuoco alle polveri ci ha pensato stavolta il presidente della commissione Federale per le Elezioni, l’avvocato repubblicano Trey Trainor affermando che la situazione elettorale della Pennsylvania e i report di denuncia in arrivo da varie parti del Paese portano a una chiara conclusione: “Non c’è stata trasparenza nelle elezioni e questa votazione è illegale“. In particolare, Treynor punta il dito sui voti postali fraudolenti da verificare e l’assenza di giustificazione nell’impedire l’accesso a molti osservatori repubblicani durante le operazioni di scrutinio.

Trainor ha dichiarato durante l’intervista a Newsmax che gli organizzatori della campagna elettorale di Trump avevano ottenuto un ordine del tribunale per inviare osservatori durante lo spoglio in Pennsylvania, ma sono rimasti a distanza di quasi due metri dai seggi senza motivo e se il sistema politico americano non si basa su trasparenza e rispetto della legge, apre la strada alla corruzione e rende l’elezione illegale.

Le stranezze del voto postale

Affari Italiani ha fatto un passo indietro fino alle elezioni di medio termine del 2018 e, anche in quel caso, non tutto è filato liscio. Due casi clamorosi riguardano l’ex campione dei pesi massimi Joe Frazer, avversario storico di Cassius Clay (Muhammad Ali) negli anni settanta, che risultava votante nel 2018 anche se era deceduto a luglio 2011 al pari del nonno dell’attore Will Smith che compariva tra gli elettori di quell’anno, nonostante fosse morto nel 2016.

In pratica, le irregolarità c’erano anche in passato ma il Covid-19 ha ingigantito il problema con la gestione di 65 milioni di voti postali e, solo osservando i dati della contea di Whayne in Michigan, sono emersi 14.000 deceduti che avevano tranquillamente votato.

I ricorsi per presunti brogli elettorali stanno già toccando quota ventimila e uno dei legali di Trump, Rudolph Giuliani, ha dichiarato che le elezioni non sono affatto concluse, almeno 50 osservatori repubblicani possono testimoniare di non aver potuto verificare lo spoglio e che spetta ai giudici e non ai media decretare il vincitore, alimentando la probabilità di ricorso alla corte Suprema Federale.

I difetti del software e “il miracolo delle 4 del mattino”

Dei software difettosi che hanno messo il carico da novanta nella confusione generale si continua a discutere, anche perché alcune testimonianze riferiscono che, in vari casi, ogni mille voti attribuiti a Trump ne sparivano automaticamente trecento e in Oklahoma il software ha duplicato 10.000 voti favorevoli a Biden.

Si punta anche il dito su un cambio di fronte verso le 4 del mattino dell’election day, perché i flussi di voti favorevoli a Trump hanno improvvisamente cambiato direzione con il caso inspiegabile a livello statistico del Wisconsin dove, in un unico flusso, il 98,4% dei voti ha premiato Biden in modo bulgaro. Ma non sarebbe l’unico caso, visto che Pennsylvania, Michigan, Ohio, Nevada, Wisconsin e Arizona sono passate ai democratici in modo improvviso e plebiscitario.

Persino nella repubblicana Georgia, dove ora si riconteggia tutto a mano, un unico flusso ha premiato Biden con 650.000 voti e non ce n’era neppure uno per Trump. Infine, il caso del Nevada, altrettanto repubblicano, dove hanno votato anche 39.000 non residenti e si indaga in questa direzione.

I conteggi sul filo di lana

Di conseguenza, ci sono molti elementi che alimentano le cause legali, compresa quella imbastita dallo staff di Trump contro il segretario di stato della Pennsylvania, Kathy Boockvar con l’accusa di aver conteggiato le schede postali in modo meno preciso dei voti espressi di persona.

Il vero problema per i repubblicani è trasformare gli indizi in prove solide da esibire alla magistratura per ribaltare l’esito elettorale. In particolare lo staff legale del Tycoon spera che il riconteggio delle schede in Georgia, le seicentomila contestate in Pennsylvania e altre 450.000 dubbie in numerose contee, cambino la prospettiva nei cinque stati chiave dove il margine favorevole ai democratici non supera 1% e con i seguenti voti di vantaggio di Biden su Trump:

  • Georgia 14.000
  • Arizona 19.438
  • Wisconsin 20.540
  • Pennsylvania 43.251
  • Nevada 31.464

Il parere di Gladden Pappin

Nel corso dell’intervista con Francesco Giubilei del Giornale, Gladden Pappin, docente universitario di Dallas e cofondatore della rivista American Affairs, ha confermato che le anomalie sono molte e ci sono ancora molte verifiche da concludere per fare chiarezza:

Le elezioni hanno rivelato lo straordinario potere delle classi corporate/media/Big Tech nel plasmare l’opinione pubblica. Hanno approfittato della pandemia per incrementare enormemente l’utilizzo delle schede via posta che aumentano il rischio di frode. A parte le numerose segnalazioni di frodi, ci sono prove statisticamente significative di anomalie nel conteggio dei voti in Wisconsin, Michigan e Georgia, dove il totale dei voti di Biden ha avuto grandi e improvvisi balzi nella tarda notte delle elezioni, è perciò essenziale che il governo degli Stati Uniti indaghi.

Mentre i media statunitensi definiscono ogni richiesta di chiarimento teorie del complotto, ci sono diversi scenari che potrebbero essere positivi per Trump, incluso l’annullamento dei risultati negli stati contesi o di gruppi di schede illegittime. La sfida è ardua anche perché, se le elezioni venissero ribaltate, la sinistra radicale tenterebbe letteralmente di distruggere le grandi città“.

Le elezioni Usa tengono banco, la tensione cresce e si moltiplicano di pari passo le accuse. Considerando gli swing states precedentemente elencati, e anche ulteriori riconteggi in varie contee del Michigan, la battaglia di Donald Trump è comunque tutta in salita e ogni giorno questa battaglia politica riserva nuovi colpi di scena, tendendo a trasferirsi dai seggi elettorali alle aule di giustizia.