Fukushima: la città di Okuma sarà parzialmente riaperta dopo la decontaminazione

Paura delle radiazioni

La città Okuma, nei pressi dell’impianto nucleare di Fukushima, in Giappone, è tornata a vivere otto anni dopo la catastrofe che costrinse decine di migliaia di persone a fuggire dalla zona a causa delle radiazioni. Circa il 40% del territorio del comune, a ovest della centrale, è stato dichiarato sicuro e accessibile per i residenti che vogliano tornare a stabilirsi nell’area ormai decontaminata. Secondo le ultime rilevazioni fatte, il livello di radiazioni si è ormai drasticamente ridotto ed è quindi compatibile con la vita umana, non ci sono più pericoli di esposizione troppo prolungata alle radiazioni o di malformazioni tra i più piccoli.

Paura per il ritorno nel luogo radioattivo

La paura è ancora tanta, gli abitanti hanno il permesso di entrare nelle loro vecchie case durante il giorno, mentre soltanto 48 persone finora hanno chiesto di potersi trattenere anche di notte. Troppo radicata è la convinzione di un ambiente malsano, insicuro e fortemente radioattivo.

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La gente non vuole più rimanere, tutti fanno dei brevi viaggi nelle vecchie case, prendono poche cose e poi le lasciano. Tutto sembra essersi fermato a quel terribile giorno del 2011, quando arrivò lo tsunami che allagò le case e fece andare in tilt la centrale nucleare con conseguenze drammatiche. Adesso solo 367 persone, sulle 10341 che erano prima della catastrofe, hanno chiesto ufficialmente di riavere la proprietà delle loro case. Ad accogliere i pochi coraggiosi, domenica ci sarà anche il primo ministro, Shinzo Abe, che parteciperà alla cerimonia della revoca parziale dell’ordine di evacuazione. Per il Premier, che è un grande fautore dell’energia nucleare, potrebbe essere una giornata storica, l’occasione per dimostrare a tutti che ormai l’emergenza è passata, che non c’è pericolo e che non bisogna avere paura.

Cosa rimane da fare

Tante cose rimangono da fare, il 60% delle case ha ancora polvere radioattiva potenzialmente radioattiva e molte zone sono ancora contaminate. Tanta gente non ha più riaperto il suo negozio, gli uffici rimangono chiusi, in quest’area l’economia si è fermata.

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Secondo un sondaggio riportato dai quotidiani quasi due terzi della popolazione evacuata è ancora allarmata dalle radiazioni sebbene le autorità sostengano che l’opera di decontaminazione sia riuscita. C’è paura soprattutto per i bambini che potrebbero essere contaminati in quanto vivono nelle aree vicine all’epicentro del disastro, il pericolo di radiazioni è sempre dietro l’angolo. Sono stati distribuiti a tutti volantini e brochure per affrontare il ritorno a casa, l’aspetto psicologico è importante.

 

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