Nuovo agguato delle forze militari israeliane in Cisgiordania, più in particolare a Nablus. Le forze speciali dell’IDF (Israel Defence Force) sono entrate con mezzi corazzata e con cecchini alle ore 10.15 e hanno compiuto un raid che secondo l’esercito era indirizzato a colpire membri di punta della Jihad Islamica Palestinese e di Hamas.
Il raid ha portato alla morte di 11 palestinesi, tra cui sei persone che avevano in media venti anni. La persona più anziana aveva 72 anni. I feriti dell’agguato sono stati 102, di cui sette sono in gravi condizioni in ospedale, riporta il Ministero della salute palestinese sottolineando che un uomo di 66 anni è morto subito dopo aver varcato l’ospedale a causa del gas inalato.
L’esercito israeliano, che non è nuovo a operazioni del genere sebbene le prepari di notte e non di giorno, ha giusticiato l’attacco a Nablus per catturare membri dei punta della Jihad Islamica, accusati di aver ucciso Ido Baruch, soldato dell’IDF morto lo scorso autunno. Secondo le forze armate e l’agenzia per la sicurezza israeliana, i sospettati “pianificavano attacchi nell’immediato futuro“.
I nomi in questione attenzionati dell’esercito erano Hossam Isleem e Mohammed Abdulghani, due combattenti palestinesi entrambi uccisi. Uno è stato colpito mentre era in fuga, gli altri invece sono stati uccisi dopo uno scontro a fuoco. Sia il movimento Jihad Islamico Palestinese che la stessa Hamas hanno confermato che i due combattenti sono stati uccisi.
Secondo un reportage di Nida Ibrahim di Al Jazeera, l’esercito israeliano ha aperto il fuoco indisciminatamente mentre le persone svolgevano una vita normale. “I palestinesi dicono che Israele sta agendo in questo modo perché non è ritenuto responsabile e uccide i palestinesi a mano libera”, ha detto Ibrahim.
Nablus e Jenin sono due città luoghi nelle quali sta crescendo la resistenza armata dei palestinesi: questi si riuniscono in bande come i Lions’ Den, nati nel luglio 2022 proprio a Nablus, e tentano di opporsi alla pervasività di Israele.