Julen: confermate le cause della morte

Il funerale del bambino si è svolto oggi,nel cimitero del quartiere di El Palo a Malaga, mentre la Guardia Civile vuole chiarire"tutti e ciascuno dei dettagli" che hanno reso possibile la morte di Julen.

Il risultato dell’autopsia

Il risultato dei primi dati dell’autopsia, eseguita ieri dopo il ritrovamento del corpo di Julen Rosellò , è stato immediatamente trasferito all’autorità giudiziaria competente. Non si conosce ancora il risultato di alcuni test che verranno effettuati nel prossimi giorni, attraverso la raccolta di campioni, prelevati sul corpo del bambino.

E’ stato possibile stabilire che il piccolo Julen Roselló è deceduto per una “grave lesione cerebrale traumatica e politraumatismi compatibili con la caduta“. Il bambino sarebbe caduto a braccia alzate, come aveva dichiarato il cugino del padre presente al momento dell’incidente. Secondo l’autopsia, Julen subito dopo la caduta, è stato investito da rocce e altri sedimenti che hanno provocato il fatale colpo alla testa.

Il funerale del bambino si è svolto oggi, dopo la cerimonia religiosa, nel cimitero del quartiere di El PaloMalaga.

L’ipotesi della spina di terra

L’ipotesi della spina di terra, che ha coperto Julen.

Il corpo è stato rinvenuto completamente coperto di terra: la spina di terra o tappo che ha da sempre incuriosito gli esperti. Sono state fatte diverse ipotesi, ma quella più probabile è che il distacco del materiale sia avvenuto in conseguenza della frana delle pareti imperfette e sabbiose del pozzo. Un distacco causato dalla caduta del bambino e forse dai successivi tentativi di suo padre e di altri parenti di tirarlo fuori.

La Guardia Civile vuole chiarire, su richiesta della Corte di Istruzione numero 9 di Malaga , “tutti e ciascuno dei dettagli” che hanno reso possibile la morte di Julen. Diversi campioni della spina di terra prelevati dalla Guardia Civile, sono stati inviati all’analisi. La giudice Maria Elena Sancho ha aperto un procedimento e ha ordinato una serie di azioni agli agenti del Benemérita che stanno già indagando sulle circostanze del tragico evento.

Sarà fondamentale capire al più presto, uno dei punti più enigmatici : la formazione del tappo di terra che ha ostacolato il salvataggio del bambino, costringendo i soccorritori a costruire il tunnel verticale parallelo al pozzo, che ha permesso loro di raggiungere Julen.

Quando il bambino è caduto lì, diversi parenti sono venuti per cercare di estrarlo, e da questi movimenti si potrebbe liberare più terra. Dato che era un diametro di ben 25 centimetri, con pochissima terra staccata dalle pareti del pozzo, questa spina potrebbe essersi formata. Quando c’era umidità all’interno del prospezione, la terra si comprimeva così forte da rendere impossibile all’aspiratore eliminarlo “, dice un agente.

La Benemérita ha trovato una fotocamera Go Pro, un piccone e una torcia elettrica in cima al pozzo che sono utilizzati per cercare di salvare Julen subito dopo la caduta.

“Abbiamo fatto tutto il possibile  per rimuovere Julen dal pozzo”

I tentativi della squadra di soccorso di “aggirare” la spina prima di creare un tunnel verticale in parallelo, sono stati molteplici. Nemmeno il più potente aspiratore sul mercato spagnolo è stato in grado di aspirarla: questo macchinario infatti poteva solo assorbire materiali solidi ma il tappo di terra era estremamente umido, e si era compattato con la pioggia dei giorni precedenti la caduta di Julen.

Alla domanda sui suoi sentimenti dopo l’esito, Angel Garcia Vidal, rappresentante del College of Civil Engineers e portavoce dell’operazione tecnica che ha lavorato in Totalán, dice ai media : “Abbiamo fatto tutto il possibile umanamente per rimuovere Julen dal pozzo”. Termina il suo lavoro a capo del team di ingegneri e operatori che ha perforato il pozzo parallelo per raggiungere il bambino.

Sono soddisfatto perché l’abbiamo trovato, perché il nostro lavoro è servito per questo; ma averlo trovato vivo sarebbe stata la ricompensa per un lavoro con una tale dedizione”.

Vidal non perde di vista il tempo record in cui il lavoro è stato eseguito, in soli dieci giorni, quando in condizioni normali ci sarebbero voluti diversi mesi, ricordando che questo è stato possibile grazie al lavoro disinteressato di decine di professionisti provenienti da più rami, da Malaga e da altre province.

La morte di Julen ha dato all’umanità una cosa molto più importante

La morte del piccolo Julen ha simboleggiato la tragedia, il disagio, e il destino crudele. Ma  ha dato all’umanità una cosa molto più importante: la certezza.

La certezza che, nonostante le differenze che affliggono giorno per giorno gli uomini, nei momenti più critici emerge la solidarietà anche negli angoli più reconditi.

La speranza che il bambino fosse ancora vivo ha incoraggiato parenti e abitanti del luogo a resistere, permettendo ai soccorritori di arrivare alla fine di un impresa titanica che rimarrà nella storia e nel cuore di tutti.

Ora, nonostante la tristezza e il dolore per la morte del piccolo, resta il conforto di aver raggiunto Julen, riportandolo ai genitori per l’ultimo saluto.

di Monica Ellini