L’ex Presidente del Ciad condannato per crimini di guerra

L’ex Presidente del Ciad è stato condannato per crimini di guerra e contro l’umanità da un tribunale speciale istituito dall’Unione Africana con sede a Dakar, in Senegal, e la pena prevista per lui è l‘ergastolo.

Hissene Habrè è stato a capo del Ciad dal 1982 fino al 1990; il 7 giugno del 1982 rovesciò il governo allora in carica con un colpo di Stato e si autonominò Presidente della Repubblica del Ciad e da quel momento per il piccolo Stato africano cominciarono anni bui di torture e misteriose sparizioni di esponenti dell’opposizione. Durante gli anni della dittatura di Habrè le Nazioni Unite e alcune organizzazioni umanitarie hanno calcolato che almeno 40000 persone sono state torturate e giustiziate per motivi politici e che altre 200000 sono state seviziate in modo brutale dalla polizia politica istituita dal dittatore.

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L’ex dittatore è accusato di crimini di guerra e contro l’umanità ed anche di stupri; si pensa che abbia ordinato lui stesso numerose violenze sessuali nei confronti di donne di minoranze etniche o mogli e figlie di esponenti dell’opposizione, da lui brutalmente repressa. Proprio per la sua ferocia e la sua brutalità Habrè venne soprannominato il Pinochet africano.

Il processo si è aperto nel luglio dello scorso anno e oggi è arrivata la sentenza di condanna all’ergastolo, la massima pena prevista: gioiscono i parenti ed i famigliari delle vittime che da tanto tempo speravano di ottenere giustizia per i loro cari. Gli avvocati di Habrè hanno fatto sapere che considerano la sentenza troppo severa.

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Quello del Ciad non è purtroppo l’unico caso in cui un Presidente si trasforma in un dittatore sanguinario in Africa; il più famoso esempio è quello di Blaise Compaorè dittatore del Burkina Faso, ma in tutto il continente africano non si contano i dittatori colpevoli di crimini orribili che utilizzano i fondi destinati allo sviluppo delle zone più povere per scopi personali.