Lunedì 4 Maggio: mascherine a 0,50 centesimi in 50 mila punti vendita

Le mascherine chirurgiche da lunedì saranno in vendita a 0.50 euro

Nell’ultima conferenza del premier Conte, oltre a stabilire le linee guida per la fase 2, è stato deciso un prezzo calmierato per le mascherine, non dovrammp costare più di 0,50 centesimi a pezzo. Sull’argomento è tornato anche il commissario straordinario all’emergenza, Domenico Arcuri, durante il punto stampa in Protezione Civile.

Al Corriere.it ha infatti dichiarato: “Da lunedì 4 maggio gli italiani troveranno mascherine chirurgiche a 0.50 euro in 50mila punti vendita, uno ogni 1.200 abitanti. Da metà del mese diventeranno 100mila, uno ogni 600 abitanti. Sono state distribuite finora alle Regioni 165,5 milioni di mascherine, 26,7 milioni solo nell’ultima settimana. Da lunedì comincia la cosiddetta fase 2. Dobbiamo essere consapevoli che inizia una sfida che è ancora più difficile“.

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Arcuri ha anche reso noto di aver preso accordi con 5 società che immetteranno sul mercato mascherine chirurgiche ad un prezzo medio di 38 centesimi. Gualtieri, invece, ha spiegato che sarà eliminata l’IVA sulle mascherine per tutto il 2020.

In molte regioni, le mascherine sono anche obbligatorie, pertanto un prezzo calmierato consente alle famiglie di approvvigionarsene. In Campania, inoltre, 2 mascherine a famiglia sono state distribuite dai postini gratuitamente; tuttavia sono mascherine che durano pochi giorni e per adempiere all’obbligo occorre mettere tutte le persone in condizioni di comprarle.

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Le polemiche dei negozianti

Tuttavia, come mostrato anche in un servizio di Valerio Staffelli  mostrato a Striscia la Notizia, non tutte le farmacie si sono adeguate alla normativa, mentre altre si rifiutano apertamente di ottemperare alla direttiva, poiché lamentano di averle pagate di più.

Non solo le farmacie, ma anche le grandi catene di distribuzione hanno ritirato le mascherine dai punti vendita, come la Crai, certi non poter garantire il prezzo calmierato previsto dal governo senza rimetterci troppo. Della stessa opinione le aziende della moda, che hanno riconvertito la loro produzione per continuare a garantire posti di lavoro.

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Il commissario ha dichiarato che non intende  dare adito a polemiche provenienti da “liberisti che emettono sentenze quotidiane da un divano con un cocktail in mano