Morto Giovanni Todesco: il “padre” del dinosauro Ciro

Appassionato di paleontologia, Todesco è lo scopritore di uno dei fossili di dinosauro meglio conservati al mondo

Si è spento, all’età di 72 anni, Giovanni Todesco, colui che scoprì i primi – e, ad oggi – unici resti di Scipionyx samniticus, meglio noto come Ciro. Il ritrovamento suscitò grande interesse nella comunità scientifica, non solo in quanto primo dinosauro rinvenuto in Italia, ma anche per l’eccezionale stato di conservazione.

La notizia è stata diffusa dall’Ente Geopaleontologico di Pietraroja.

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Un dinosauro di nome Ciro

L’anno era il 1993. Nelle sale di tutto il mondo, veniva proiettato Jurassic Park – ennesimo capolavoro del regista americano Steven Spielberg. Fu proprio osservando gli splendidi, e terrificanti, protagonisti della pellicola che Giovanni Todesco – appassionato di paleontologia – notò una certa somiglianza con uno dei numerosi fossili della sua collezione.

Si trattava di uno scheletro quasi completo, che aveva rinvenuto 12 anni prima presso il giacimento de Le Cavere, a Pietraroja (in provincia di Benevento). Todesco decise quindi di mostrarlo a Giorgio Teruzzi – paleontologo al Museo Civico di Storia Naturale di Milano – il quale lo identificò come un giovane esemplare di dinosauro.

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La notizia del ritrovamento si diffuse rapidamente, e fu così che Pino Aprile – caporedattore del settimanale Oggi – ebbe l’intuizione di soprannominare il curioso fossile Ciro.

In un articolo – pubblicato su Nature nel 1998 – i ricercatori Cristiano Dal Sasso e Marco Signore conferirono al dinosauro il suo nome scientifico: Scipionyx samniticus (letteralmente, “L’artiglio di Scipione dal Sannio”).

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Un reperto eccezionale

Ciro è stato identificato come un rappresentante del gruppo Coelurosauria, al quale appartengono le specie di dinosauro strettamente imparentate con gli uccelli, come il tirannosauro e il velociraptor.

Questo antico animale visse nel Cretaceo Inferiore – circa 110 milioni di anni fa. Si ritiene che, all’epoca, la regione di Pietraroja fosse caratterizzata da un arcipelago di piccole isole, circondate dall’Oceano Paratetide.

Il fossile presenta dimensioni molto ridotte, infatti è stata stimata una lunghezza complessiva di appena 46 cm. Sulla base di alcuni caratteri anatomici – come le proporzioni corporee – gli scienziati hanno ipotizzato che Ciro fosse un cucciolo, forse di appena tre giorni di vita.

Per tale ragione, è difficile valutare quali sarebbero state le sue dimensioni da adulto, anche se, probabilmente, non avrebbe superato i 2 m di lunghezza.

Ciò che rende veramente unico il fossile di S. samniticus è il suo eccezionale stato di preservazione: organi, tessuti e perfino cellule si sono conservati nel corso di centinaia di milioni di anni.

Nel reperto, sono ancora perfettamente visibili vasi sanguigni, legamenti e fibre muscolari. Inoltre, un alone rossastro – sito nel torace – è stato identificato come il prodotto della decomposizione del sangue contenuto nel fegato.

Anche l’apparato digerente si è parzialmente preservato, in particolare si può osservare un largo tratto dell’intestino dell’animale. Al suo interno – e in corrispondenza di stomaco ed esofago – sono stati ritrovati i resti di quello che probabilmente è stato l’ultimo pasto di Ciro.

Il menù – a base di pesci e lucertole – suggerisce che lo S. samniticus fosse un carnivoro opportunista, la cui dieta comprendeva una varietà di prede.

L’eredità di Todesco

Sfortunatamente, il ritrovamento di Ciro procurò non pochi guai al suo scopritore, poiché i reperti di natura paleontologica sono considerati patrimonio pubblico in Italia. Perciò, sebbene Todesco avesse consegnato il fossile alle autorità competenti, fu ugualmente accusato di aver sottratto un bene dello stato.

La sua dimora fu perquisita, la collezione di fossili sequestrata, e non gli fu permesso di partecipare alla presentazione di Ciro a Milano. Fu solo nel 2004 che venne assolto dalle accuse, ricevendo quale giusto riconoscimento il titolo di “benemerito della ricerca e salvaguardia dei Beni Culturali”.

La notizia della morte di Todesco è stata accolta con grave rammarico dalla città di San Giovanni Ilarione (Verona), dove lui risiedeva. Gennaro Santamaria – presidente dell’Ente Geopaleontologico di Pietraroja – si è detto “…sinceramente commosso per la scomparsa del caro Giovanni Todesco.”

“Se il sito geopaleontologico di Pietraroja ha raggiunto una riconoscibilità mondiale lo si deve anche alla sua scoperta così come a lui si deve la nascita dell’Ente che mi onoro di rappresentare”.

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