Si attendevano da alcuni giorni notizie dagli ambasciatori UE riunitisi a Bruxelles per discutere sulla vicenda di Aleksej Navalny, leader dell’opposizione russa e vittima di avvelenamento in Agosto.
Le sanzioni dell’Unione
Dopo alcuni mesi di incertezza rispetto al comportamento che l’UE voleva prendere rispetto all’avvelenamento di Navalny, poche ore fa è stata accolta dagli ambasciatori la proposta franco-tedesca.
Non ha trovato dunque successo la richiesta russa di avere delle indagini indipendenti sulla faccenda.
La Russia aveva infatti chiesto che l’indagine venisse affidata a degli enti imparziali, tuttavia i suoi esponenti non sarebbero stati in grado di fornire delle spiegazioni esaustive in merito a questa faccenda.
Al contrario, Parigi e Berlino fanno sapere di avere prove che dimostrerebbero le colpe russe validando dunque le sanzioni che da oggi entreranno in vigore.
Vittime di queste ultime sono 6 persone e un ente russo, accusati di essere complici nel tentato omicidio di Navalny, e i cui nomi sono oggi stati rilasciati dall’Unione.
La risposta da Mosca
Avuta notizia di queste sanzioni gli esponenti russi hanno risposto rabbiosamente a quello che definiscono un atteggiamento tutt’altro che rispettoso.
Serghei Lavrov, Ministro degli Esteri russo, ha voluto mettere in evidenza come le politiche europee si muovono sempre più su una linea basata su delle sanzioni piuttosto che una indirizzata al dialogo.
In una chiamata con il rappresentante per la politica estera europea, Joseph Borell, Lavrov ha infatti denunciato un atteggiamento sempre più “anti-russo” da parte dell’UE.
“Tale linea” ha continuato il ministro russo, “non potrà rimanere senza conseguenze“, dando poche speranze per le possibilità di un clima sereno nei rapporti Europa-Russia.
La decisione europea è stata sicuramente condizionata dalle parole dello stesso Navalny, il quale in un’intervista di qualche giorno fa al giornale tedesco Der Spiegel, faceva sapere di essere guarito e coglieva l’occasione per puntare il dito contro il presidente russo suo rivale: “Dietro il mio avvelenamento c’è Vladimir Putin, non ho un’altra versione di quanto accaduto“, così recitano le sue parole, le quali avranno conferma o meno con ulteriori indagini.