Notre Dame e il Tempio di Gerusalemme, bruciano nel fuoco della Settimana Santa

Entrambe bruciano nel fuoco il primo giorno della Settimana Santa. Incredibile ma vero, mentre Notre Dame arde a Parigi, brucia anche il Tempio di Gerusalemme.

Notre Dame e  il Tempio di Gerusalemme bruciano tra le fiamme

Moschea in fiamme.
In photo: Credit: GreenMe

Mentre Notre Dame prendeva fuoco a Parigi, anche il Tempio di Gerusalemme ardeva tra le fiamme, quasi inosservato agli occhi del mondo puntati sulla cattedrale francese.

Una prima coincidenza già di per sé incredibile, ma vera, a cui ne segue un’altra davvero straordinaria: entrambi i luoghi santi bruciano nel fuoco, lunedì 15 aprile, primo giorno di Settimana Santa che precede la Pasqua. I roghi devastano due dei fondamentali luoghi di culto dell’ Islam e del Cristianesimo.

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Aldilà delle singole cause, una delle coincidenze  che più attira l’attenzione, riguarda la cosiddetta  “Purificazione del Tempio” o “Cacciata dei mercanti dal Tempio” , un episodio della vita di Gesù narrato dai vangeli canonici (Mc 11, 7-19; Mt 21, 8-19; Lc 19, 45-48; Gv 2, 12-25) che si colloca nella Settimana Santa, incredibilmente proprio nel suo inizio.

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Ma cerchiamo di capirlo insieme un passo alla volta.

Il Tempio di Gerusalemme

La moschea Al-Aqṣā fa parte del complesso di Gerusalemme noto come Monte Majid, chiamato al-Ḥaram al-Sharīf (nobile santuario) da parte dei musulmani,  Har ha-Bayit (Monte del Tempio) da parte degli Ebrei e Tempio di Salomone (Templum Salomonis) dai cristiani .

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Si tratta del principale complesso religioso della città , dove oltre ad al-Aqsa, l’edificio più importante è la cosiddetta Cupola della roccia, costruita nel luogo dove secondo l’Islam Maometto salì in cielo. I musulmani considerano il Tempio, il terzo luogo sacro più importante al mondo dopo la Mecca e Medina.

Ma torniamo alle origini.

Storia del Tempio nei secoli

Modello del secondo Tempio di Gerusalemme. In photo:Credit: wikipedia

Il Tempio ha una storia tormentata. Quando il Re Davide conquista la città di Gerusalemme, sceglie questo posto per costruire un grande tempio che ospiti l’Arca dell’Alleanza. La costruzione del Tempio di Gerusalemme viene però completata solo dal Re Salomone (figlio di Davide) nel 957 avanti Cristo.

Il secondo Tempio di Gerusalemme viene in seguito ricostruito intorno al 51 avanti Cristo. Re Erode raddoppia le dimensioni del tempio che durante il periodo romano diviene anche sede del Sinedrio, il tribunale ebraico. Nel 66 dopo Cristo inizia una ribellione ebraica contro Roma, che culmina con la distruzione del Tempio nel 70 dopo Cristo . Quel che resta dopo la distruzione è solo una parte del Muro Occidentale, oggi meta di pellegrinaggio da parte di ebrei di tutto il mondo.

Dal Muro del Pianto inoltre a fine 2018, esce un serpente che sconvolge profondamente gli israeliani: lo Zohar (la base del misticismo ebraico) spiega che l’inclinazione al male, personificata dal serpente nell’ Eden, comparirà nei giorni precedenti al ritorno del Messia.

Ma torniamo alla storia. Nello stesso sito dove sorgeva il Tempio di Gerusalemme, l’imperatore Adriano ha poi costruito il tempio di Giove Capitolino. Due secoli più tardi ,nel 324 – l’imperatore Costantino distrugge il tempio pagano voluto da Adriano e al suo posto fa edificare una chiesa bizantina. Nel 614 i Persiani invadono Gerusalemme, uccidendone gli abitanti e distruggendone le chiese. Gli storici islamici raccontano che quando i musulmani conquistano la città, il califfo Umar , dispone la ricostruzione del Tempio.

Il Tempio in epoca cristiana

La Distruzione di Gerusalemme, di Francesco Hayez.

Secondo il Nuovo Testamento, il Tempio di Gerusalemme svolge un ruolo significativo nella vita di Gesù Cristo che già durante la sua adolescenza, in questo luogo impressiona gli insegnanti ebrei con la sua preparazione.

Secondo il cristianesimo, il lunedì santo è un invito alla meditazione sulla purificazione del Tempio compiuta da Cristo, nell’imminenza della sua passione. Mentre si avvicinava infatti la Pasqua dei Giudei, Gesù scaccia dal Tempio i venditori di animali destinati ai sacrifici, e i cambiavalute (nel tempio di Gerusalemme aveva corso una speciale moneta). Gesù che la ritiene una “grande menzogna” nata sul terreno del culto religioso, la combatte con un gesto che sarà inoltre una delle imputazioni al suo processo ( Gv 2,20 e Mt 26,61). Il gesto di Gesù è contro una religione divenuta solo esteriore e strettamente legata al potere economico e politico.

“Poi Gesù entrò nel tempio di Dio, ne scacciò tutti coloro che nel tempio vendevano e compravano, e rovesciò le tavole dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombi.  E disse loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di orazione”, ma voi ne avete fatto un covo di ladroni”.

Vangelo di Matteo 21,12

Nel vangelo di Luca, la purificazione del Tempio è preceduta dal pianto di Gesù, espressione di un’amara constatazione che Gerusalemme non ha saputo vedere la via della pace e della riconciliazione che Gesù le indicava. Anche le lacrime di Gesù sono un gesto profetico: Luca pensa certamente alla distruzione della città da parte di Tito nel 70 d.C. La distruzione di Gerusalemme nel 70 d. C. viene letta comunemente come l’avveramento di una profezia di Gesù sul Tempio di Gerusalemme, non sarebbe rimasta infatti  “pietra su pietra”.

Gli scritti di Maria Valtorta

Secondo gli scritti della mistica Maria Valtorta, gli uomini vivranno un Apostasia caratterizzata dalla perdita della fede autentica che inizierà ai vertici delle gerarchie ecclesiastiche, diffondendosi tra i sacerdoti e i fedeli.

L’apostasia riguarderà ” l’intera umanità”  nei suoi rapporti con Dio, dal quale essa sembra già essersi allontanata. Forse è la situazione di degrado morale, spirituale, politico e sociale che ci sembra di poter constatare già oggi.

Secondo la mistica, vivremo un tempo di guerre e disastri anche ambientali sulla terra che porteranno a vere e proprie catastrofi, mentre l’ Anticristo sarà un misterioso personaggio ai vertici della Chiesa.

Il silenzio di Papa Francesco

Mentre la cattedrale di NotreDame crollava travolta dalle fiamme, dal Vaticano il silenzio di Papa Francesco ha stimolato diverse domande. Sua Santità ha taciuto a lungo, parlando per la prima volta solo al mattino seguente. I primi a parlare sono stati i vescovi francesi, seguiti dai vescovi italiani ma nonostante stesse bruciando NotreDame insieme al Tempio di Gerusalemme, il Papa è rimasto in silenzio.

Solo nella tarda serata di lunedì, dal Vaticano è arrivato un messaggio breve in cui si annunciava che “la Santa Sede ha accolto con choc e tristezza la notizia del terribile incendio, che ha devastato un “simbolo della cristianità”.

Nessun commento invece, per il Tempio che andava a fuoco a Gerusalemme.

di Monica Ellini