Per favore Trump, compra il Vaticano, non la Groenlandia

Il Wall Street Journal ha divulgato la notizia secondo cui il presidente Trump voglia acquistare la Groenlandia per controllare le enormi risorse naturali dell'isola.

Il Wall Street Journal ha in questi giorni reso pubblica l’indiscrezione secondo cui il presidente degli Stati Uniti d’America vorrebbe comprare la Groenlandia, l’isola danese situata a nord-est del Canada e a sud del mare glaciale artico. Sono vari i motivi che rendono fondata la notizia dell’interesse degli U.S.A. verso l’isola danese: la Groenlandia dal punto di vista geografico si trova infatti nel territorio nord-americano, ha enormi risorse naturali non ancora sfruttate (giacimenti minerali, petrolio e gas naturale) e controlla infine i passaggi nelle zone polari e le rotte artiche.

Il governo della Danimarca ha immediatamente rifiutato le avances a stelle e striscie, se però questa attrazione degli Stati Uniti nei confronti del denaro e del potere dovesse tradursi in una vera e propria compravendita, nascerebbe una nuova tragedia ecologica ed umana. Ecologica perché in caso di sbarco degli americani, arriverebbero anche ruspe, scavatori, caterpillar, che rovinerebbero tutto l’ambiente e l’ecosistema. Umana perché quello della Groenlandia è un popolo tranquillo, povero e fiero, che vive con la natura.

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Cambiare però obiettivo di mercato e concentrarsi su un altro stato potrebbe invece far sorridere gli italiani e liberarli da un pesantissimo elefante sulla schiena: comprare il Vaticano. Per l’Italia e gli italiani, il Vaticano è una palla al piede. Camillo Benso Conte di Cavour, che fu tra i padri fondatori della nostra nazione, gridò “Libera chiesa in libero in stato”. Ciò significa che la Chiesa non deve ficcare il naso negli affari dello Stato e che di converso, lo Stato non deve commentare né dubitare i dogmi della Chiesa. Una regola che però prima Papa Woytila, il quale si schierò contro la Lega Nord che voleva segare a metà l’Italia, e poi Papa Francesco, con le sue le prediche a favore dell’accoglienza, non hanno seguito e che continuano a scavalcare.

La Chiesa ha il culto della famiglia. La considera il fulcro e la base della società. La realtà in cui viviamo è però diversa, le famiglie non ricevono nessun supporto dalla Chiesa e vengono abbandonate a loro stesse. Pochi aiuti per i genitori e le madri che lavorano, per le famiglie povere e per le famiglie con figli o parenti disabili.  Praticare l’aborto non è un atto civile, è come affittare un sicario per risolvere un problema. Interrompere la gravidanza è un modo di dire, perché in realtà si fa fuori una persona”. Papa Francesco, come del resto anche tutti i suoi predecessori, sputano in viso all’aborto e pure al divorzio, conquiste che hanno subito un forte rallentamento a causa della cupola romana, ma che per fortuna sono comunque arrivate. Ma quale diritto ha la Chiesa di essere protagonista nelle decisioni di Stato? I cattolici devoti e praticanti sono ormai pochissimi, una macchia minuscola, sia in Italia che in tutto l’Occidente. Il fedele e il chierichetto si sono estinti, la religione e il culto del sacro sono state sostituite dal consumismo occidentale, dagli influencer, dai tronisti, dai calciatori, dalle veline e dalle banconote.

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Il Vaticano ha treni, aerei e cisterne pieni di soldi, ville di lusso e castelli. Guardano i credenti come loro sudditi e gli atei come traditori. Una sentenza della Corte dell’UE ha inoltre stabilito che la Chiesa deve rimborsare all’Italia circa 4/5 miliardi di Imu arretrata non pagata. Per favore Trump, compra il Vaticano, non la Groenlandia.

Riccardo Chiossi

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