Primi raid di Usa e alleati contro basi Isis in Siria

Il Pentagono annuncia l’avvio dei primi bombardamenti contro le basi Isis in Siria. Colpiti almeno 14 obiettivi strategici nel cuore del califfato islamico. Notevole dispiegamento di forze offensive mediante l’attacco congiunto di cacciabombardieri e missili Tomahawk.

L’ammiraglio John Kirby, portavoce del Pentagono, ha annunciato l’avvio di una massiccia campagna di bombardamenti contro le basi dell’Isis in territorio siriano. Operazione condotta dagli Stati Uniti in collaborazione con altri paesi alleati: Bahrain, Qatar, Giordania, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

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La decisione di intraprendere l’attacco è stata presa lunedì dal generale Lloyd Austin, comandante in capo del Centro di Comando Usa, su autorizzazione del presidente Barack Obama. I raid sono iniziati alle 8.30 pm EDT – corrispondenti alle 2.30 del mattino in Italia – e si sono protratti per circa novanta minuti nel corso della prima ondata.

Bersagli concentrati prevalentemente nella zona di Raqqa, città situata nella parte settentrionale della Siria, dove sorgono alcune delle principali roccaforti del califfato islamico. Presi di mira arsenali, centri di comando e campi d’addestramento, con un bilancio iniziale che parla di almeno 20 morti tra i miliziani dell’ Isis, secondo l’Osservatorio Siriano dei Diritti Umani. Colpiti pure otto obiettivi legati al gruppo Khorasan, fazione terroristica vicina ad Al-Qaeda, nei pressi della città siriana di Aleppo.

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Una nota del Centro di Comando USA specifica che nel corso dell’attacco sono stati utilizzati 47 missili Tomahawk, lanciati dal cacciatorpediniere USS Arleigh Burke e dall’incrociatore lanciamissili USS Philippine Sea. Fonti di Fox News informano che hanno preso parte all’attacco caccia F-16 ed F-18, bombardieri B-1 e droni a pilotaggio remoto. Coinvolta pure la portaerei USS George H.W. Bush, situata nel Golfo Persico.

Gli attacchi condotti in Iraq nelle scorse settimane, più di 190 missioni a partire da agosto, avevano finalità prevalentemente difensive, mirate a contenere l’avanzata di terra delle truppe del califfato. Con l’offensiva odierna lo scenario cambia drasticamente: non più semplici missioni di difesa e di contenimento, ma attacchi diretti, bombardamenti con cui gli Usa intendono colpire l’Isis direttamente nel cuore delle sue roccaforti. In altri termini, l’inizio di una vera e propria campagna militare contro lo stato terroristico, che nelle prossime ore potrebbe ancora intensificarsi.