Proteste Israele, Netanyahu ora vuole bloccare il disegno di legge

Dopo il caos delle ultime ore, il leader di Likud pensa a bloccare la controversa legge sulla giustizia

Continuano le proteste in Israele dove oltre 700mila persone, tenendo in considerazione tutto il Paese, hanno manifestato il loro dissenso nei confronti del controverso disegno di legge del primo ministro Benjamin Netanhyau. Da diverse ore il Paese è nel caos con la polizia che non si fa remora di disperdere i manifestanti con tutti i modi possibili e con quest’ultimi che bloccano autostrade e punti nodali delle principali città.

Stando a quanto riportano i media israeliani e soprattutto in seguito alle dimissioni del ministro della Difesa Yoav Gallant (che ha lasciato l’incarico per la sua opinione avversa alla riforma) e del console israeliano di stanza a New York, il governo di Tel Aviv avrebbe cambiato idea mettendo in discussione la legge. A darne notizia è l’emittente televisiva Kan, secondo la quale verso le ore 10 (ore 11 italiane) Netanyahu avrebbe dovuto parlare davanti alla Knesset, il parlamento israeliano, per porre fine al disegno di legge. Al momento da Tel Aviv non arrivano notizie di un imminente discorso dinanzi ai membri del parlamento.

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La riforma della giustizia è portata avanti soprattutto dagli schieramenti di estrema destra che sostengono il governo. Itamar Ben Gvir, leader del partito Potenza ebraica e ministro della sicurezza, avrebbe infatti “minacciato” Netanyahu qualora dovesse archiviare definitivamente la legge. Gvir infatti dirige una delle forze chiave dell’esecutivo e un suo abbandono della maggioranza provocherebbe un tilt istituzionale con pochi precedenti.