Russia, Navalny arrestato a Mosca

Russia, Navalny arrestato a Mosca

Tre anni e mezzo di carcere: è quanto Alexei Navalny dovrà scontare per aver violato gli arresti domiciliari nel tentativo di unirsi a una manifestazione in suo sostegno. «Sono agli arresti domiciliari ma oggi ho troppa voglia di stare con voi», twitta il reo prima dell’evasione. Evasione che sarebbe stata sanzionata a Mosca come a Roma, diciamolo pure. Ma ciò che succede in Russia non ha mai i contorni della normalità. Anche perché sotto il regime di Putin la linea di demarcazione tra dissenso e reato non è sempre ben definita. E così non si capisce se Navalny sia stato condannato insieme al fratello per aver davvero fatto qualcosa o solo per aver criticato la politica del suo Paese. Sono in molti, a pensare di conoscere la risposta: tanto che la manifestazione a sostegno della libertà di Navalny è stata messa su in poche ore. Su Facebook sono arrivate più di 18mila adesioni. Virtuali, s’intende. Molto più materiale è stato invece lo spiegamento di forze messo su dalle autorità moscovite a presidio delle strade. Un assetto da guerra più che antisommossa. Gli arresti sono al momento ben 132. Ce ne saranno ancora.

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Sullo sfondo inizia a livello internazionale il coro degli scandalizzati. L’UE per bocca di un portavoce del capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, non esprime un’aperta condanna e si limita a muovere dubbi sulla regolarità del processo a Navalny. Già da questi passaggi si capisce quanta sia in effetti la volontà europea di immischiarsi nell’ennesimo affaire russo. Segue a ruota l’ ”inquietudine” americana espressa da Jeffrey Rathke, portavoce del Dipartimento di Stato. Ancora un portavoce. Perché, in effetti, se già è difficile sensibilizzare Putin su questioni di ben altro peso, quanto si può sperare di ottenere risultati su una come questa? Meglio a questo punto rispolverare l’antica arma della condanna neutra…