Salvini svela la sua strategia alla Versiliana

Matteo Salvini svela la sua strategia: no a governi arlecchino e richiamo pacifico alle piazze.

Matteo Salvini svela la sua strategia al teatro della Versiliana a Marina di Pietrasanta.

In un colloquio-intervista sul palco, con il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, si toccano tutti i temi ed emergono i punti chiave della strategia del leader leghista costellata di ostacoli.

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Gli ultimi giorni concitati di Matteo Salvini svelati alla Versiliana

Il leader della Lega si è scontrato più volte con il ministro della Difesa Elisabetta Trenta.

L’ultima riguarda la nave Open Arms che si rifiuta di fare rotta verso la Spagna dopo che il Paese iberico si è mostrato disponibile.

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Ma, secondo il ministro dell’interno, sulla Ong ci sono parecchie ombre: su 17 minorenni sbarcati, 9 non lo erano e 13 presunti feriti gravi non erano affatto in quelle condizioni.

Salvini è convinto che avremmo dovuto accogliere al volo la richiesta dell’invio di una nave militare italiana per trasportare i migranti verso la Spagna.

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Ma tra ministero dell’Interno e della Difesa c’è ormai uno scontro politico.

Matteo Salvini alla Versiliana affila le armi ma ascolterà il premier Giuseppe Conte

Domani è il giorno cruciale. Il premier Giuseppe Conte farà le comunicazioni e si prevede che sarà un attacco a 360 gradi contro Salvini.

Il leader della Lega se lo aspetta, ma se Conte aprisse alla flat tax e non sostenesse un governo “Arlecchino” formato da partito Democratico e Movimento 5Stelle, non chiuderebbe la porta al premier.

Salvini spiega alla Versiliana perché tiene il punto e non approva governi alternativi

Salvini resta al suo posto di ministro per “difendere i confini con le unghie e con i denti”, teme soprattutto una trentina di senatori del Pd, pronti ad ogni accordo con Luigi Di Maio.

Matteo Salvini punta sull’insofferenza degli italiani verso Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e il “cerchio magico” che ha governato fino al 2016.

Al leader leghista sembra impossibile che si vari un esecutivo pasticciato formato da formazioni politiche più volte sconfitte alle elezioni e spiega quanto segue:

  • Un governo benedetto e sostenuto da Romano Prodi sarebbe contro la Lega e governare semplicemente contro qualcuno, senza un programma comune è impossibile
  • Un governo raccogliticcio sarebbe infatti litigioso quanto basta per impedire qualsiasi riforma efficace per gli italiani
  • C’è il rischio che aumentino le tasse e si svendano le ultime aziende italiane
  • Una posizione troppo europeista lo renderebbe troppo dipendente dalle direttive europee
  • Con un governo di sinistra, c’è il rischio che si voglia redistribuire ricchezza senza crearla, perché non ci sarebbe una rivoluzione fiscale e burocratica.

Alessandro Sallusti tocca il punto chiave: perché Salvini ha aperto la crisi, conscio del rischio?

Il direttore Sallusti chiede direttamente:

Quando però Lei ha aperto la crisi, sapeva che – nonostante il consenso enorme nel Paese – in Parlamento le sarebbe stato impossibile impedire l’alleanza Pd-M5s”.

La risposta del ministro dell’interno sottolinea quanto la crisi sia complicata:

“Lo sapevo perfettamente, ma se devo passare il tempo a rispondere agli attacchi degli alleati non faccio il ministro.

Sapevo anche che gli abboccamenti fra Pd e M5s andavano avanti da tempo, ma non pensavo che in una settimana cambiassero idea così.

Di Maio diceva che il Pd era il partito di Bibbiano e il Pd querelava”.

Il colpo di scena di Matteo Renzi ha sparigliato le carte

Matteo Renzi, da mattatore nel Pd, punta all’alleanza con i pentastellati, molto più di quanto vorrebbe il segretario Nicola Zingaretti, più propenso alle elezioni.

Lo stesso Renzi ha ammesso di temere l’egemonia grillina sul Pd e, a sorpresa, ha offerto una sponda a Forza Italia definendo Silvio Berlusconi uomo delle istituzioni e dotato di profondo senso dello Stato, ammettendo di rimpiangerlo.

Per Salvini un’alleanza  tra sinistra, grillini e berlusconiani è ancora più assurda da tenere insieme e, fino ad oggi, Forza Italia ha escluso governi pasticciati, preferendo le elezioni.

Il tema flat tax e le mancate coperture

Sallusti incalza Salvini anche sulla mancanza di soldi per realizzare la flat tax.

Di conseguenza, i critici sostengono che il leader leghista ha aperto la crisi per sfilarsi da una manovra che non può mantenere le promesse.

Il ministro dell’interno replica in questo modo:

“E’ il contrario. Vorrei che gli italiani votassero a ottobre, così a novembre c’è un governo e a dicembre abbiamo una manovra che taglia le tasse a milioni di italiani.

Non amo scappare nelle difficoltà. E non smanio dalla voglia di vedere un governo che fa ius soli e patrimoniale”…I soldi ci sono. In Italia, non altrove.

Semplicemente ci sono alcune regole studiate a tavolino anni fa che oggi non hanno più senso, infatti non sono rispettate né dalla Francia né dalla Germania.

I soldi con cui abbassare le tasse non sono di altri Paesi, ma sono nostri soldi che ci costringono a non usare.

La difficile trattativa italiana con Bruxelles

Secondo Salvini, si può andare in Europa a trattare se si punta su investimenti e opere pubbliche a partire dai due miliardi che servirebbero subito per mettere in sicurezza ponti e scuole.

In pratica, l’Italia dovrebbe mostrarsi decisa nel negoziato, presentando però un programma a cui Bruxelles difficilmente direbbe di no per le ricadute economiche positive.

Ursula von der Leyen permettendo perché, secondo il leader della Lega, ha posizioni discutibili su economia e migranti, però una trattativa si può avviare.

La sfida del pallottoliere: il convitato di pietra

In conclusione, Sallusti ricorda a Salvini che i numeri in Parlamento aiutano una possibile maggioranza Pd-5Stelle.

Il ministro risponde che farà tutto il possibile per impedirlo e punta alla soluzione migliore possibile.

Gli accordi sottobanco duravano da tempo e la crisi, che lui ha aperto, li avrebbe fatti venire a galla.

La strategia finale di Matteo Salvini

Salvini riassume le prossime mosse e ammette i rischi delle sue scelte:

“Sono molto chiaro: in Parlamento non abbiamo i numeri per fermare un accordo basato sulla spartizione di potere e poltrone.

Sta solo al presidente della Repubblica valutare se questi governi arlecchino rispondano alla volontà del popolo.

Se prendono il potere nei palazzi, noi andremo pacificamente in piazza per chiedere di poterci esprimere nelle urne perché in ballo c’è la sovranità popolare.

Un governo che non risponde al popolo dipende da Bruxelles, Berlino o Parigi“.

Salvini ripete che la Lega non vuole poltrone in Europa a tutti i costi e spera che il Parlamento italiano ragioni e voti con coscienza.

Ma il pallottoliere ha il suo peso e riflette ancora il risultato delle elezioni politiche 2018. I 5Stelle hanno ancora il 32% dei seggi contro il 17 della Lega.

Domani pomeriggio Giuseppe Conte parlerà e ci saranno scintille nelle aule parlamentari.

Matteo Salvini sa di mettere in gioco la sua credibilità di leader e di rischiare una caduta senza rete.


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