Sava – Il messaggio sul luogo della strage; mentre, l’omicida viene arrestato (Foto)

Arrestato il Carabiniere che ha sterminato la famiglia

E’ stato dichiarato in arresto per omicidio plurimo ed è piantonato dai colleghi al Policlinico di Bari l’appuntato dei carabinieri di Manduria di 53 anni, Raffaele Pesare, di Sava (Taranto), che ha ucciso suo padre Damiano, di 85 anni, la sorella Pasana, di 50 anni, e il cognato Salvatore Bisci, di 69 anni, prima di tentare il suicidio sparandosi al mento con la pistola d’ordinanza. Il proiettile è uscito dal naso, senza ledere gli organi vitali.

Le riflessioni di un conterraneo che conosceva la famiglia e l’autore del folle e insano gesto.. Una dettagliata descrizione che abbiamo voluto riassumere in un breve commento

Famiglia modesta, figlia di quel sud che ha portato i calli alle mani, dovuti all’impugnazione della zappa, per diversi decenni – la prima descrizione alla quale seguita una riflessione che, molto probabilmente, accomuna all’unisono tutti i savesi –

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Ai giorni nostri la tragedia. Una strage, supportata da una assurda avidità. Inspiegabile. Innaturale. Illogica. Sul selciato tre vite cancellate. Un omicida che non avrà più la sua vita.

Una famiglia segnata da un fatto così crudele.

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E su tutto, un’altra famiglia quasi cancellata. Resta il piccolo Alessandro – il piccolo di 10 anni – con i tanti perché …“.

Un sabato mattina segnato da un’agghiacciante notizia che ha commosso e pietrificato una intera cittadinanza, rimasta attonita non appena appresa la notizia di un gesto così feroce, spietato, illogico e intrinseco di risentimento e ostilità.

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I commenti iniziali, il silenzio e la preghiera in suffragio di quelle povere e innocenti vittime

Il silenzio dei conterranei come segno di rispetto e lutto
Tanto sgomento e incredulità tra la popolazione, non appena appresa la devastante notizia dell’insano e folle gesto.

Con chiara evidenza, i commenti sono superflui in momenti di cotanta disperazione, poiché nessuno è in grado di poter proferire in merito a una tragedia del genere. Il silenzio fa da sottofondo alle innumerevoli perplessità e i molteplici interrogativi che, oggi (e non solo), attanagliano e faranno parte della quotidianità dei savesi.

L’essere umano diviene, ancora una volta, autore di un gesto disumano. Non vi è umanità in un contesto del genere, ma solo assenza di emotività e pathos per colui che (in questo caso il carabiniere omicida) avrebbe compiuto codesta carneficina.

Gli interrogativi tra le perplessità, l’orrore sui volti dei savesi e il silenzio assordante
E allora ci si chiede: dov’è l’amore? Dov’è la razionalità? Dove sono le suppliche? Dov’è la tanto desiderata Provvidenza Divina in momenti in cui, quello “spiraglio di luce”, avrebbe potuto garantire serenità, tranquillità e, sopratutto, VITA!?

Saranno questi gli interrogativi che i conterranei si porranno?

Forse, il loro silenzio, in parte, spaventa perché diviene sinonimo e, al contempo, simbolo di rispetto, come forma di lutto all’unanime di un’intera cittadinanza pietrificata da quanto verificatosi nella tarda mattinata odierna.

Ma…cosa resta di questo gesto? Sicuramente, un brutto ricordo e il motivo che avrebbe indotto l’omicida a compiere questo gesto, ovvero: una questione relativa a una piccola proprietà contesa.