Sigarette elettroniche vietate ai minori di 18 anni: arriva il decreto del Ministero

Pro e contro dell'alternativa al tabacco

Stop alle sigarette elettroniche per chi ha meno di 18 anni: mentre la scienza è ancora divisa sui pro e i contro della nuova tendenza, il ministro della Salute Renato Balduzzi ha deciso di intervenire con un’ordinanza alzando l’età minima per acquistare il prodotto, da sedici a diciotto, in linea con un’altra ordinanza del ministero che dal 1 gennaio 2013 eleva a 18 anni il limite di età per la vendita dei prodotti del tabacco.

Prima di intervenire, il Ministro si era rivolto al Ministero della Sanità e  in seguito anche al Consiglio Superiore della Sanità per un parere circa la valutazione del rischio della salute dei minori sull’uso delle sigarette elettroniche.

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Secondo i risultati, anche nei prodotti a bassa concentrazione di nicotina “la dose quotidiana accettabile di nicotina è superata anche solo con un uso moderato delle sigarette elettroniche. Tale evidenza è ancora più significativa negli adolescenti. Quindi non si possono escludere effetti dannosi per la salute”.

Intanto per chi trasgredisce l’ordinanza sono già previste sanzioni cha partono da un minimo di 250 euro ad un massimo di 100 euro alla prima violazione; in caso di reiterazione di vendita agli under 18 scatta una sanzione da 500 a 2000 euro, e la sospensione per tre mesi della licenza.

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La sigaretta elettronica fa male? Pro e contro della nuova moda

È boom in Italia per la sigaretta elettronica, fino a pochi anni fa stravagante trovata per pochi eletti, ed oggi diventata merce di largo consumo per aspiranti “orfani delle bionde”. I numeri parlano chiaro: il comparto ha fatturato circa 100 milioni di euro nel 2012 e dà lavoro almeno a 1500 persone, senza contare l’indotto. E mentre anche la politica si interroga se equiparare la sigaretta elettronica al fumo tradizionale, se e come far rispettare i divieti di legge anti-sigarette a questi nuovi marchingegni, e soprattutto se le e-cigarettes debbano essere vendute esclusivamente nelle tabaccherie, la scienza continua a dibattere sulla cosa più importante: le sigarette elettroniche fanno male o no alla salute?

Non è stata ancora trovata una risposta; alcuni studi indicano che la sigaretta elettronica porterebbe ad una riduzione dell’assunzione di nicotina pari al 55%, mentre altri avanzano dubbi sulla bontà di questo nuovo ‘strumento’.

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In attesa che scienza, ricerca, legislazione e ricerca si mettano d’accordo, innanzitutto si consiglia di rivolgersi sempre a rivenditori ‘fisici’, evitando di acquistare on line (perché non si può sapere esattamente cosa si compra).

I prezzi possono variare, ma è possibile acquistare un modello valido con una spesa inferiore a 30 euro. Il componente più delicato è l’atomizzatore, che ha un valore di circa 15 euro.

Dato il recente ingresso sul mercato, le correlazioni con le leggi in vigore del dispositivo sono in più nazioni ancora in divenire. (Fonte Wikipedia)

  • In Italia, con Ordinanza del Ministro della Salute 4 agosto 2011 (G.U. Serie Generale n. 232 del 5 ottobre 2011) è stato disposto il divieto di vendita a soggetti minori di anni 16 di sigarette elettroniche contenenti nicotina. Il 28 settembre 2012 (G.U. Serie Generale, n. 248 del 23 ottobre 2012) il ministro Balduzzi ha prorogato il divieto di fumo per i minori di anni 18;
  • In Australia la vendita di sigarette elettroniche contenenti nicotina è illegale;
  • In Austria e Danimarca le sigarette elettroniche sono considerate dispositivi medici e le cartucce contenenti nicotina come prodotti farmaceutici. Perciò le sigarette elettroniche necessitano del marchio CE e le cartucce di nicotina devono essere registrate come prodotti medicinali prima di poter essere vendute
  • In Canada la possibilità di utilizzare la sigaretta elettronica nei locali dove il fumo tradizionale è bandito è in discussione;-
  • In Finlandia non è possibile commerciare cartucce contenenti nicotina ma queste possono essere acquistate (da altri paesi) per uso personale;
  • A Hong Kong il possesso e la vendita di sigarette elettroniche è illegale;
  • In Malesia le sigarette elettroniche sono considerate dispositivi medici e le cartucce di nicotina come prodotti medicinali. Possono essere acquistate nei negozi appositi e nelle farmacie;
  • In Olanda è consentita la vendita e l’utilizzo ma è vietata la pubblicità di prodotti contenenti nicotina in accordo con le leggi europee;
  • In Nuova Zelanda le cartucce contenenti nicotina sono vendute come medicinali registrati;
  • In Inghilterra non vi è alcuna restrizione alla vendita e al consumo di sigarette elettroniche;
  • Negli Stati Uniti la vendita di sigarette elettroniche è libera. La FDA sta però svolgendo degli studi per una futura regolamentazione.

Al momento, vista la relativamente recente affermazione sul mercato di questo prodotto, non esistono grossi studi sugli eventuali effetti tossici derivanti dall’inalazione delle sostanze contenute nelle sigarette elettroniche.

Le attuali pubblicazioni sembrano mostrare una loro minore pericolosità rispetto al fumo di tabacco; non essendo contenuti, nei vapori emessi, residui di combustione come catrame, benzene e idrocarburi policiclici aromatici, i rischi per la salute, soprattutto quelli derivanti da patologie oncologiche, sono evidentemente minori. Tuttavia, i principali dubbi sulla sicurezza di questi prodotti derivano dalla presenza o meno di nicotina. Tale sostanza, piuttosto tossica, pur non essendo cancerogena è infatti da tempo nota in campo medico per essere causa di una forte dipendenza psichica nella maggior parte dei soggetti esposti.

Le sigarette elettroniche vengono vendute come un’alternativa al fumo di tabacco, poiché i componenti cancerogeni presenti nel fumo tradizionale sono assenti. Altro target di mercato è rappresentato dai soggetti che hanno intenzione di smettere di fumare (questo anche grazie al fatto che è possibile controllare la dose di nicotina somministrata e scalarla nel tempo, analogamente a come si fa con i cerotti transdermici o con altri presidi progettati ad Hoc dall’industria farmaceutica).

Tuttavia l’Organizzazione mondiale della Sanità nel Novembre del 2010 ha dichiarato che non esistono al momento studi sull’efficacia di tale misura, e raccomanda di organizzare ulteriori studi di approfondimento sull’argomento.