Almeno 400 persone sono state uccise e oltre 3.700 ferite negli scontri scoppiati tra le forze di supporto rapido e le forze armate regolari del Sudan all’inizio di questo mese. Lo ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres durante una riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla questione.
“Almeno 400 persone sono state uccise, inclusi quattro membri della famiglia delle Nazioni Unite. Più di 3700 persone sono rimaste ferite e decine di migliaia sono fuggite dalle loro case“, ha detto il segretario.
La situazione in Sudan si è aggravata nelle ultime settimane a causa di diversi disaccordi tra l’attuale capo dell’esercito, il generale Abdel Fattah al-Burhan, che è anche il presidente del Consiglio Sovrano di Transizione, e il capo delle forze paramilitari di supporto rapido (RSF), Mohamed Hamdan Dagalo, vice dello stesso al-Burhan nel consiglio.
I principali punti di contrasto tra i due leader militari sono legati alle tempistiche e ai metodi di formazione delle forze armate, a cui si aggiunge un evidente contesa della carica stessa di capo dell’esercito. Secondo al-Burhan a diventarlo dovrebbe essere il comandante in capo, mentre Dagalo insiste nel dire che il capo delle forze armate dovrebbe essere colui il quale governa il Paese.