USA: pena di morte dopo 67 anni, l’iniezione letale l’8 dicembre

Il prossimo 8 dicembre Lisa Montgomery riceverà l'iniezione letale in un centro di detenzione nell'Indiana.

A dare la notizia della decisione è stato il dipartimento di Giustizia, portando alla prima condanna a morte per una donna dopo 67 anni. La condanna nasce dopo oltre 16 anni dai crimini commessi e porta con sé proteste e dubbi rispetto alle politiche statunitensi sulla pena di morte.

Le accuse e la condanna

Lisa Montgomery, 52 anni, dovrà affrontare l’iniezione letale il prossimo 8 dicembre con l’accusa di omicidio e sequestro di persona.
Il crimine, risalente al 2004, si era distinto per efferatezza: la donna, entrata in casa di Bobbie Jo Stinnett con la scusa di voler adottare un cane, aveva attaccato la padrona di casa uccidendola. Commesso l’omicidio la Montgomery aveva poi aperto il ventre della vittima estraendo e portando con sé il figlio che la donna portava in grembo da 8 mesi.

Dopo l’ammissione di colpa e anni di reclusione arriva ora la decisione della giuria per la pena di morte.
A nulla sono serviti gli sforzi degli avvocati dell’accusata, i quali avevano evidenziato come la Montgomery avesse subito abusi da giovane, i quali la avrebbero resa incapace di intendere e volere.
Così si è espresso l’avvocato difensore in merito alla condanna: “Lisa Montgomery si è dichiarata colpevole e non lascerà mai la prigione in cui è rinchiusa ma ucciderla è una profonda ingiustizia, dato il suo passato”.

La politica di Trump per le condanne a morte

E’ dal 14 luglio che l’amministrazione Trump aveva ripreso le esecuzioni federali, e il caso Montgomery fa parte di questa politica.
Tra luglio e ottobre sono 6 i detenuti che hanno subito esecuzioni; dato sconcertante se si nota come prima del 14 luglio le autorità federale avessero messo a morte solo 3 persone negli ultimi 56 anni.

Le proteste anche in questo caso non sono mancate e sono in molti a lottare ancora per l’abolizione della pena di morte.
A questi si sono aggiunti coloro che vedono in questo aumento improvviso di condanne un mero strumento politico utilizzato da Trump per mostrarsi come un presidente giusto e attento alla sicurezza del proprio Paese, in vista delle imminenti elezioni che decideranno il futuro degli Stati Uniti.

Davide Zanettin
Davide Zanettin
Sono Davide Zanettin, ragazzo di 21 anni e studente presso l'università di Trento. L'interesse per il giornalismo e la mia passione nello scrivere nascono anzitutto dalla voglia di esprimermi, obiettivo che mi pongo sempre nei miei articoli con cui cerco di informare mantenendo la maggiore obiettività possibile.