Abbronzatura naturale o artificiale: quale scegliere

Abbronzatura

C’è tanta voglia di sole, di mare e…di una bella abbronzatura.

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Inizialmente, esporsi al sole era l’unico modo per ottenere una bella carnagione scura.

Le emissioni solari comprendono luce, calore e radiazioni UV.

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La luce ultravioletta come molti sapranno, si divide in 3 tipi: UVA, UVB, UVC.I raggi UVA sono raggi che presentano la lunghezza d’onda più elevata (315-400 nm), un’ elevata capacità di penetrazione del derma ma scarsa energia. Il loro potere abbronzante è molto alto.

I raggi UVB presentano una lunghezza d’onda intermedia (280-315 nm) e una media capacità di penetrazione del derma, media energia e il vantaggio di stimolare la produzione di melanina.

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I raggi UVC presentano una lunghezza d’onda più corta (100-280 nm) e non penetrano nel derma ma rimangono a livello superficiale.

Di queste radiazioni soltanto gli UVA e piccola parte degli UVB giungono sulla superficie terrestre in quanto gli UVC e circa il 90 % degli UVB sono assorbiti dall’ozono, dal vapore acqueo, dall’ossigeno e dall’anidride carbonica.Il livello di radiazione UV dipende da vari fattori quali l’altezza del sole, la latitudine, l’altitudine, il livello di ozono, la riflessione della superficie ( per es la sabbia asciutta riflette circa il 15 % della radiazione UV,la schiuma del mare circa il 25% mentre all’ombra si riduce del 50%).Da molti anni, per consentire a tutti di esibire una bella abbronzatura anche fuori stagione, provando la sensazione di essere in forma e in buona salute, sono nate le lampade abbronzanti.

I primi dispositivi per abbronzare artificialmente la pelle erano destinati all’impiego in ambiente domestico.

Erano lampade a vapori di mercurio a media pressione le quali emettevano radiazioni UVC, UVB, UVA e radiazione infrarossa.

Ai lati della lampada posta in apposito telaio provvista di riflettore, vi erano degli emettitori di radiazione infrarossa per ottenere un trattamento combinato UV e infrarosso.

Queste apparecchiature ormai in disuso potevano causare seri danni alla pelle e soprattutto agli occhi.

Attualmente esistono 2 tipi di apparecchiature: le lampade UV fluorescenti e le lampade UVA ad alta pressione. Nel primo caso lo spettro della radiazione emessa dipende dalla composizione dei sali fluorescenti depositati sulla superficie interna del tubo di quarzo che costituisce l’involucro della lampada.

Le lampade UVA ad alta pressione presentano vapori di mercurio e alogenuri metallici. Lo spettro della radiazione emessa comprende le radiazioni UVC, UVB, UVA e infrarossa; appositi filtri eliminano sia le componenti ultraviolette indesiderate che gli infrarossi in modo tale da emettere solo la componente UVA.

Ma queste esposizioni sono veramente prive di effetti collaterali per la salute?

Sembra proprio di no. Infatti la “tanoressia” cioè la moda della carnagione scura e, quindi l’uso frequente di solarium, è stata correlata all’aumento dei tumori della pelle..Pertanto è logico chiedersi quali sono i benefici e i rischi sulla salute dovuti all’esposizione alle radiazioni ultraviolette.

Dosi piccole di radiazioni ultraviolette sono risultate essenziali per la produzione di vitamina D e, sotto controllo medico, sono usate per curare patologie come il rachitismo, psoriasi ed eczema; ma l’esposizione prolungata alle radiazioni ultraviolette solari e un’ eccessiva esposizione al solarium, può provocare effetti dannosi alle pelle come ad esempio l’eritema, ustioni cutanee, precoce invecchiamento, tumori non melanocitici raramente letali ma deturpanti, melanomi frequentemente letali; all’occhio fotocheratite, fotocongiutivite, cataratta; al sistema immunitario effetto immunodepressivo.

Per questo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute) da tempo, in collaborazione con altre Organizzazioni, ha promosso delle iniziative finalizzate a definire linee guida per la protezione da rischio da esposizione alle radiazioni ultraviolette ed ha pubblicato diversi documenti riguardanti l’argomento.

A tale scopo è stato introdotto l’Indice Universale della Radiazione UV Solare (UVI) come parametro indicatore del rischio all’esposizione agli UV.

Esso descrive il livello di radiazione UV solare sulla superficie terrestre.

I valori dell’indice variano da zero in su: più è alto il valore di tale indice, maggiore è la possibilità di danno per la pelle e minore è il tempo in cui ciò si verifica. Poiché il valore dell’ UVI varia nell’arco della giornata sono stati formulati dei consigli per l’ esposizione al sole.

Negli ultimi quaranta anni nelle popolazioni bianche si è registrato un consistente incremento di tumori della pelle, soprattutto melanomi.
Ma oggi un’abbronzatura artificiale, senza rischi per la pelle, è possibile ricorrendo agli autoabbronzanti : non sono dannosi in quanto agiscono solo sulle cellule morte della cute.

Come funzionano? Lo zucchero contenuto in essi, il diidrossiacetone, legandosi alle proteine della pelle (le cheratine) ne provoca l’ossidazione e quindi la colorazione. Già presenti sul mercato da alcuni anni spesso davano origine a discromie: oggi con le nuove formulazioni questo rischio è stato superato ed i risultati sono così favorevoli che in alcuni paesi, come gli Stati Uniti, l’uso delle lampade ha registrato un notevole calo.
In commercio sono state presentate docce autoabbronzanti, cioè cabine che nebulizzano ad alta pressione l’autoabbronzante su tutto il corpo.

Tali autoabbronzanti non agiscono sulla melanina: pertanto anche esponendosi al sole bisogna continuare ad usare la protezione .