Bielorussia: la polizia usa le armi per disperdere le proteste

L'ennesima domenica di proteste si chiude con l'intervento delle forze di polizia.

Le manifestazioni a Minsk non si fermano neanche questa settimana dopo ormai 2 mesi di proteste ininterrotte.

La manifestazione di questa domenica

Secondo le ultime indiscrezioni la folla sarebbe stata diretta verso un luogo simbolico delle proteste contro Lukashenko, quando la polizia sarebbe intervenuta con l’utilizzo di armi da fuoco.

Alcuni cittadini avrebbero sentito degli spari provenire da Kuropaty, luogo dove una buona parte delle proteste si erano concentrate. Le forze dell’ordine, allontanando i cittadini scesi in piazza, si sarebbero presentati sul posto con vari blindati e si sarebbero avvalsi di alcune granate assordanti per disperdere i manifestanti.

“Useremo le armi”

L’utilizzo di armi da parte delle forze bielorusse era tuttavia atteso. Nelle scorse settimane infatti il governo aveva fatto sapere che le politiche contro i manifestanti si sarebbero insaprite.

Useremo armi letali” era stata la minaccia fatta a chi protestava dal viceministro degli Interni Kazakevich. Dichiarazione a cui aveva fatto seguito la risposta del leader dell’opposizione, la quale mette in guardia su un possibile sciopero nazionale.Cosa che seppur non ufficialmente si sta svolgendo in Bielorussia: ormai sono uomini e donne di tutte le età a schierarsi contro il governo autoritario e illegittimo di Lukashenko.

Gli arresti sono a numeri altissimi e si hanno molte testimonianze delle persone rilasciate che raccontano di violenze e torture subite nel loro periodo di prigionia.
Anche questo era stato uno degli elementi che aveva portato l’UE a condannare il presidente bielorusso e a dichiarare che il suo governo non sarà più riconosciuto dopo il 5 novembre, data di fine mandato. Siamo dunque agli sgoccioli e si attendo ulteriori dichiarazioni da parte dell’Unione Europea, la quale aveva dato possibilità di dialogo al presidente al fine di indire nuove elezioni.

Intanto però Lukashenko non si è ancora presentato al Parlamento Europeo e le proteste continuano.
Condizioni simili sembrano prospettare una domenica ancora più cruda di quelle a cui abbiamo assistito dopo quel fatidico 9 agosto, data di rielezione dell’ “ultimo dittatore d’Europa“.

Davide Zanettin
Davide Zanettin
Sono Davide Zanettin, ragazzo di 21 anni e studente presso l'università di Trento. L'interesse per il giornalismo e la mia passione nello scrivere nascono anzitutto dalla voglia di esprimermi, obiettivo che mi pongo sempre nei miei articoli con cui cerco di informare mantenendo la maggiore obiettività possibile.