Camillevolt, il nuovo brano di Marco Di Noia

Dopo gli innovativi progetti discografici “Elettro Acqua 3D”, “Leonardo da Vinci in pop” e “La sovranità dei robot”, è disponibile in digitale “CAMILLEVOLT”, il nuovo brano del cantautore e sperimentatore musicale MARCO DI NOIA.

Dopo gli innovativi progetti discografici “Elettro Acqua 3D”, “Leonardo da Vinci in pop” e “La sovranità dei robot”, è disponibile in digitale “CAMILLEVOLT”, il nuovo brano del cantautore e sperimentatore musicale MARCO DI NOIA (prodotto da Orion Label di Stardust e distribuito da Columbia/Sony Music), risultato musicale di un progetto di ricerca universitaria con la Scuola di Design del Politecnico di Milano.

Scritta dallo stesso di Noia e arrangiata da Alberto Cutolo, “CAMILLEVOLT” rappresenta la conclusione di una ricerca che ha visto il cantautore milanese collaborare con i giovani designer del Laboratorio EDME della Scuola di Design del Politecnico di Milano al fine di creare una nuova e contemporanea maschera carnevalesca del capoluogo lombardo, sul modello della Commedia dell’Arte.

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Lo abbiamo incontrato per voi:

Ciao Marco, piacere di conoscerti e grazie per l’intervista che ci stai concedendo.

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Ciao e grazie a te.

Vorrei iniziare col porgerti una domanda che può sembrare banale ma che in realtà non lo è. Chi è Marco?

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Marco è un cantautore e giornalista milanese, con due lauree in materie umanistiche e un dottorato in culture e letterature comparate, caratterizzato da una forte propensione alla sperimentazione, ai concept-album e una particolare voce di quasi quattro ottave di estensione vocale e soprattutto papà di una bellissima bambina di nome Diana”.

Quando e come è iniziata la tua passione per la musica?

“Ci sono arrivato tardi, nel senso che ho cominciato a cantare intorno ai 21 anni vincendo una gara di canto amatoriale in un villaggio turistico. Poi ho cominciato a suonare in una cover band di ragazzi che avevano qualche anno meno di me. Facevano cover dei “Nirvana”, “Guns N’ Roses” ma la cosa forte era che era la prima band sia per me che per loro. Tra loro c’era alla chitarra Giulio Lella che è il produttore, chitarrista e compositore di tutte le musiche di Irama e alla batteria Simone Ferrari che è stato per due anni il direttore creativo di X Factor”. 

Con l’Ep “Leonardo da Vinci in pop” (2019), hai portato gli strumenti ideati dal genio rinascimentale a suonare per la prima volta con quelli moderni. Ci racconti quali sono questi strumenti e il perché di questa idea così innovativa?

Sono entrato in contatto con la musica 3D grazie a Stefano Cucchi con il quale collaboro da diversi anni. Stefano è un incredibile musicista e compositore che conosce a fondo la musica elettronica, mi ha affiancato assieme a Alberto Cutolo sia nella produzione di “Elettro Acqua 3D” che in “Leonardo da Vinci in Pop”. Nell’EP si possono ascoltare tre degli strumenti che ha progettato Leonardo da Vinci: la piva a vento continuo, la viola organista e l’organo di carta. Questi strumenti sono stati realizzati da Michele Sangineto e suonati dal figlio Leonardo Sangineto. L’idea è stata quella di unire gli strumenti musicali antichi e spesso dimenticati a quelli contemporanei come la chitarra elettrica, la batteria e i sintetizzatori per realizzare qualcosa di attuale e fresco. Possiamo dire che usando questi strumenti abbiamo voluto rendere omaggio al grande maestro. 

Recentemente è uscito il nuovo brano “CAMILLEVOLT” risultato musicale di un progetto di ricerca universitaria con la Scuola di Design del Politecnico di Milano. Come nasce questo brano?

“Camillevolt” è una maschera carnevalesca moderna milanese ideata dagli studenti del Laboratorio EDME del Politecnico di Milano, sul modello della Commedia dell’Arte italiana. È trasparente in quanto si colora via via con i mille volti del capoluogo lombardo e, nell’idea dei giovani designer che l’hanno creata, è di sesso non definito. Mi piaceva l’idea di partire dalla Commedia dell’Arte, come forma di spettacolo tradizionale in grado di raccontare l’Italia e le nostre città, ed arrivare ai nostri giorni, guardando, in questo caso, la città di Milano, con gli occhi di giovani studenti e utilizzando le forme descrittive del Design. È un progetto sperimentale in cui la canzone è parimenti considerata come forma di espressione artistica e mezzo di divulgazione culturale e ricerca scientifica. La Milano ritratta da Camillevolt è una città in fermento, pervasa da un fluido di dinamicità e cambiamento continuo. 

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Il 20 giugno scorso alla Fabbrica di lampadine Milano ho fatto una sintesi live delle mie sperimentazioni. Ci sono stati dei brani in 3D audio, col pubblico in cuffia e io con il microfono binaurale; la band rock, ma anche gli strumenti di Leonardo da Vinci che hanno suonato insieme ai robot e Teotronico, robot pianista. E speriamo di portarlo anche in altri posti. Poi, sto componendo dei brani con Piero Cassano, produttore e compositore dei primi 5 album di Eros Ramazzotti, membro fondativo di Matia Bazar, che ha scritto successi come “Perdere l’amore”, “Quando nasce un amore”, “Solo tu”, “Pollon”, “Sailor Moon”. Lavorare con lui mi ha fatto crescere molto, soprattutto a livello tecnico.

Siamo arrivati al termine di questa intervista. Vuoi salutare e ringraziare qualcuno?

Saluto tutti quelli che mi conoscono e che leggeranno questa intervista.

Grazie mille e un grosso in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti futuri.

Grazie mille a te.