Conte bastona Salvini ma punta al reincarico

Giuseppe Conte attacca Matteo Salvini al Senato, poi elenca un nuovo programma. Punta al reincarico?

Giuseppe Conte bastona Matteo Salvini ma punta al reincarico.

E’ questa in sintesi la portata delle sue comunicazioni durate un’ora a palazzo Madama.

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Conte bastona Salvini per aver scatenato la crisi

I media si aspettavano che Conte si togliesse parecchi sassolini dalle scarpe ma probabilmente non si aspettavano una bastonatura di questa portata in punta di diritto.

Conte ha usato l’artiglieria pesante contro l’ormai suo ex vicepremier.

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In pratica, il presidente del Consiglio ha imposto al leader della Lega una lezione di correttezza istituzionale, come un maestro farebbe con lo scolaro indisciplinato.

Non è un caso che abbia accusato il ministro dell’interno di non aver rispettato la prassi stabilita del diritto costituzionale e parlamentare rinfacciandogli un po’ di tutto:

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  • Le accuse del “governo del no” respinte con sdegno
  • le critiche pubbliche all’operato di ministri dei 5Stelle senza parlarne solo in privato con il premier
  • Aver convocato un tavolo con tutte le parti sociali e imprenditoriali per fare il punto sui problemi economici al Viminale
  • Aver fatto scattare la crisi dopo l’approvazione del decreto sicurezza bis
  • Averlo costretto a  riferire in Senato sul Russiagate e il caso Savoini
  • Avere guardato agli interessi personali e non a quelli generali, esponendo l’Italia all’esercizio provvisorio con rischio aumento dell’Iva

Ma Conte spara a palle incatenate persino sull’esibizione di simboli religiosi da parte di Salvini come mancanza di rispetto a credenti e istituzioni laiche.

La seconda parte del discorso di Giuseppe Conte punta al reincarico?

Nello speciale Tg4, dedicato al dibattito in Senato, il direttore del Giornale Alessandro Sallusti e il presidente emerito della Consulta Giovanni Maria Flick concordano:

La prima parte del discorso del premier Conte è una bastonatura in punta di Costituzione per sbattere la porta in faccia a Matteo Salvini senza appello.

La seconda parte è programmatica e spazia dal rilancio dell’economia, alle bellezze naturali e turistiche dell’Italia.

Il premier si sofferma sulla digitalizzazione nel mercato del lavoro e non dimentica la riorganizzazione di scuola e formazione.

Non mancano riferimenti alla conservazione del patrimonio culturale e folkloristico, la cultura circolare del riciclo, in antitesi a quella del rifiuto, e la salvaguardia ambientale.

Conte annuncia le sue dimissioni

Non a caso, Giuseppe Conte conclude il suo intervento annunciando di presentarsi al Quirinale e rassegnare le dimissioni.

E’ probabile che il suo discorso programmatico, apparentemente gratuito, sia servito per tentare un possibile reincarico, facendosi sostenere un po’ da tutti, tranne che dalla Lega.

Sempre che il presidente Sergio Mattarella ritenga un’alleanza tra partito Democratico e movimento 5Stelle praticabile e basata su programmi solidi.

Non sembra infatti che l’inquilino del Quirinale sia disponibile a soluzioni pasticciate e destinate a rapido naufragio.

La contromossa di Matteo Salvini

Com’era prevedibile, Salvini ha replicato in aula respingendo le accuse e rincarando la dose.

Il leader leghista ricorda che Luigi Di Maio e non lui ha sfiduciato Conte per primo, votando contro la Tav Torino-Lione e ignorando le indicazioni del presidente del Consiglio.

Il leader della Lega ha poi rivendicato la sua fede religiosa che non offenderebbe nessuno perché gli italiani, cattolici o meno, votano “con la testa e con il cuore“.

Si prepara quindi a un ruolo battagliero di opposizione a qualsiasi “inciucio” Pd-5Stelle.

Salvini punta alle elezioni veloci che potrebbero dare in fretta un governo in grado di fare una manovra economica efficace entro l’anno.

Infine denuncia di aver aperto il tavolo di confronto al Viminale perché il governo era incartato sui no e le parti sociali “non le ascoltava nessuno“.

Il ministro dell’interno rivendica i suoi successi e rinfaccia agli ex alleati 5Stelle di non aver colto la sua apertura al taglio dei parlamentari, preferendo le trattative con il Pd.

Inoltre, apre all’idea di una manovra ben fatta senza elezioni, solo a patto che tagli la pressione fiscale di almeno 50 miliardi di euro, come sembra orientata la Germania.

Solo in questo modo, si potrebbero rilanciare le imprese, il lavoro e consumi, ma fa capire che un’alleanza Pd-5Stelle non troverebbe l’intesa sulla manovra.

Matteo Renzi ribadisce l’apertura ai pentastellati

Matteo Renzi, sempre più mattatore nel Pd, sembra guidare i giochi a sinistra verso un’intesa con i 5Stelle.

Renzi critica Conte per avere sostenuto i programmi leghisti ma benedice il discorso del premier contro Salvini.

L’ex segretario del Pd rivendica i suoi risultati al governo tra il 2014 e il 2016, denuncia il “disastro” economico della coalizione giallo-verde e critica la spregiudicatezza di Salvini.

Punto chiave: è pronto a sotterrare l’ascia di guerra dopo anni di insulti reciproci con i 5Stelle, aprendo a possibili intese.

La parola passa al Quirinale

A questo punto, Sergio Mattarella dovrebbe decidere il da farsi dopo rapide consultazioni.

La fase 2 di questa crisi agostana inizia decisamente in salita, tra molti dubbi e poche certezze.


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