Coronavirus, Tobia Zevi fa il resoconto dell’iniziativa #iorestoinsieme

La linea telefonica #iorestoinsieme

“Io resto a casa perché voglio bene a me e soprattutto a te…ce la faremo contro questo nemico..uniti andrà tutto bene” questi e tanti altri sono i messaggi che attraverso video postati sui social riempiono e al contempo rassicurano i fan e chiunque vi ritrovi ad ammazzare le giornate dal suono monotono ai tempi del CoronaVirus che obbliga tutti a restare a casa per scongiurare la diffusione del Virus. #iorestoacasa in primis venne diffuso sottoforma di consiglio per poi divenire un Decreto promulgato dal Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte visti i dati registrati in quanto a contagio che hanno costretto il Presidente ad orientarsi su una forma restrittiva piuttosto difficile da sopportare in alcuni casi, in alcune situazioni familiari. Il prezzo da pagare, talvolta, è la solitudine per coloro che sono tra le fasce deboli, ovverosia gli anziani. Ma la stretta della misura è stata talmente sentenziosa da non lasciare scampo. Con #iorestoacasa si racchiude tale misura.

“Il CoronaVirus ha spesso peggiorato di molto condizioni di vita già difficili: solitudine, familiari a carico, malattia, problemi legati all’assunzione di farmaci. Alcuni ci telefonano solo per chiacchierare, altri invece sono in uno stato di disagio. Molti ci chiamano per avere informazioni, una questione enorme. Le persone sono spesso spaventate da dubbi banali, non riuscendo a capire quello che devono fare. Dall’autocertificazione alla passeggiata, così si crea paura e disagio. Se possiamo, cerchiamo di dare qualche buon consiglio”, afferma Tobia Zevi, il fondatore del servizio #iorestoinsieme. Quest’iniziativa è l’idea di una giovane mente che disegna il carattere accogliente ed ottimista di Tobia Zevi. L’idea raggiunse la mente di Tobia Zevi quando lo stesso pensava alle persone che a causa del CoronaVirus si erano ritrovate a dover affrontare un problema apparentemente secondario ma forse già esistente ovverosia la solitudine.

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Chi c’è dietro l’idea di #iorestoinsieme?

“Mi chiamo Tobia Zevi. Ho 36 anni e sono di Roma. Da un punto di vista lavorativo, sono un ricercatore per l’ISPI di Milano, ma sono anche attivo politicamente e socialmente a Roma, che è la mia città. Cerco di dare un contributo per renderla più efficiente e più giusta. Ma oggi tutto è più difficile per via del CoronaVirus. Per questo insieme ai miei amici e collaboratori ci siamo chiesti cosa fosse utile fare in questo momento. Ci siamo risposti che la nostra priorità poteva essere combattere la solitudine. Non forniamo assistenza legale o psicologica: abbiamo creato una linea telefonica per tenere compagnia alle persone, e in questo modo teniamo compagnia anche a noi stessi.

Mi spiego meglio. Non è un rapporto verticale, dal basso verso l’alto e viceversa, bensì una dinamica orizzontale che mira a combattere una vera e propria emergenza sociale, quella legata alla solitudine. Penso che non sia un problema che riguardi esclusivamente il momento del CoronaVirus ma certamente è molto diffuso e preoccupante nelle nostre città. Ma in questo periodo può essere drammatico. L’energia umana rischia di perdersi. Il nostro servizio lancia anche un messaggio. Nonostante le prescrizioni dovute, non perdiamo la voglia di fare una cosa utile e anche di “rimpiangere” quei gesti che fanno parte delle nostre vite – una stretta di mano, un abbraccio, un bacio, una discussione faccia a faccia – che domani torneremo a fare ma di cui oggi è giusto sentire la mancanza”.

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Si sa che certi caratteri sono molto diffidenti, pertanto le si chiede il riscontro avuto tra le persone, quantizzando l’afflusso.

“Noi siamo sommersi dalle telefonate. Era partito tutto con l’idea di fornire un servizio che dava una nostra disponibilità nella fascia oraria 17-21 tutti i giorni, ma ci siamo resi conto che, quando attaccavamo, avevamo una segreteria telefonica con centinaia di messaggi dove le persone chiedevano di essere ricontattate. Stiamo cercando con uno sforzo titanico di richiamare uno per uno con un aumento del lavoro ma anche con un riscontro pazzesco. Per questo devo dire un immenso grazie alle decine di volontari”.

Ci spiega come funziona il servizio che mettete a disposizione?

“Il numero da contattare è 06 5654 8370. Se si telefona nella fascia oraria 17-21, si può chiacchierare con qualcuno. Se però la linea è occupata, si lascia un messaggio in segreteria così la persona verrà ricontattata. Sicuramente stiamo richiamando tutti, nonostante ci sia dietro un grande lavoro. Il riscontro è enorme seppur reggere la domanda richieda tanto impegno, c’è tanta soddisfazione per l’utilità che l’idea ha rivelato visto appunto tale riscontro”.

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Quest’iniziativa continuerà dopo la fine della tragedia del CoronaVirus (che ci auguriamo presto) ?

“Se me l’avesse chiesto due settimane fa, momento in cui abbiamo iniziato il servizio, avrei detto di no. Dopo il successo di questi giorni, in cui siamo sommersi da telefonate provenienti da tutta l’Italia, molto oltre le nostre aspettative, rispondo che francamente mi piacerebbe. Ciò richiede una progettazione più strutturata e di medio periodo perché oggi tutto si regge sulla collaborazione gratuita di decine di volontari, che visto l’obbligo di restare a casa hanno più tempo da dedicare a una telefonata. Oggi abbiamo centinaia di persone che si sono offerte come volontari, ma domani, con il ritorno al lavoro, dovremo organizzarci diversamente”.

Si ringrazia il signor Tobia Zevi per l’intervista concessa. Gentilmente lo stesso saluta con un messaggio “oltre a diffondere il nostro servizio, ci tengo a ricordare lo spirito dietro quest’iniziativa: ricordiamoci che siamo organismi con necessità fisiche, ma anche sociali e umane. Anche in questa fase così difficile, piccoli gesti di vicinanza, di solidarietà, che trasmettono un’“energia umana” positiva, possono fare la differenza e far stare tutti un po’ meglio”.